Roma, 20 feb. - (AdnKronos) - Tè, cicoria, mallo di noce, caffè, curcuma, zafferano, cocciniglia. Fino dal tempo degli antichi egizi i falegnami praticavano l'arte di tingere il legno e lo facevano con colori assolutamente naturali. Un'arte che anche oggi, per chi vuole restaurare un mobile antico o cambiare tonalità a uno nuovo preservando però le venature originarie, è possibile praticare.
Per farlo si possono acquistare coloranti naturali già pronti - un po' più costosi di quelli chimici ma più resistenti e meno alterabili dalla luce - realizzati con estratti di legni e cortecce o di origine animale, che si trovano in commercio in forma secca o liquida da diluire con acqua o alcool.
Tra questi il campeggio, da cui si ricavano violetto, azzurro o blu a seconda del mordente utilizzato; la cocciniglia che dà un colore rosso o arancione; lo zafferano o la curcuma per il giallo; la noce di galla per grigio o nero. Ma è possibile realizzare tinture anche fatte in casa con caffè, tè, mallo delle noci, barbabietole, succo di mirtilli e cicoria.
Per scurire il legno preservandone le venature e ottenere una colorazione ambrata del legno chiaro si può ricorrere ad una tintura preparata con semplice caffè ristretto o tè nero da applicare con un pennello o una spugna fino al raggiungimento dell'effetto desiderato. Anche zafferano e cicoria, mediante infusione a caldo nell'acqua, sono dei validi coloranti.
Se invece vogliamo ottenere una tinta più forte, come il color noce, possiamo preparare una tinta proprio con il mallo delle noci (la parte verde esterna al guscio) schiacciandolo in un barattolo di vetro aggiungendo un po' d'alcol e facendolo macerare per almeno una settimana.
Se invece si vuol dare al legno una tinta violacea, anche in questo caso trasparente e non coprente, si può utilizzare del succo di mirtilli puro e stenderlo con un pennello una o più volte a seconda dell'intensità richiesta. L'effetto oltre che efficace sarà anche profumato.