Roma, 7 ott. (AdnKronos) - L'Italia può diventare leader dell'economia circolare europea ma servono politiche di sostegno alla filiera del riciclo e del riuso, non nuovi inceneritori. E' quanto emerso al Forum Rifiuti, la conferenza nazionale organizzata da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club che si è aperta oggi a Roma.
"Nonostante tante buone pratiche ed esperienze di successo l’Italia non riesce a superare completamente l’emergenza rifiuti, perché - ha affermato il vicepresidente di Legambiente, Stefano Ciafani aprendo la due giorni - purtroppo non esiste una politica nazionale che punti con decisione sull’economia circolare. Questo settore oggi non viene considerato nelle politiche governative, e lo dimostra anche la recente pubblicazione della bozza di decreto sull'incenerimento dei rifiuti in attuazione dell’articolo 35 del decreto Sblocca Italia che prevede 12 nuovi inceneritori in Italia e che andrebbe sostituito con un nuovo testo per promuovere l’economia circolare sul territorio nazionale. L’Italia - ha aggiunto Ciafani - ha invece un gran bisogno di politiche e impianti per il riuso e il riciclaggio e di un nuovo sistema di incentivi e disincentivi che rendano la prevenzione e il riciclo più convenienti, anche economicamente, rispetto al recupero energetico e allo smaltimento in discarica".
Nel nostro Paese, invece, la gestione dei rifiuti urbani è ancora molto legata all'uso della discarica, nel centro-sud mancano gli impianti per trattare e avviare a riciclo i rifiuti, le politiche nazionale di prevenzione latitano e i rifiuti speciali, anche pericolosi, continuano a finire nelle maglie delle ecomafie e della criminalità ambientale.
Ma - si è sottolineato al Forum - nonostante le emergenze e il grave ritardo di alcuni territori, l’Italia ha oggi tutte le carte in regola per fare da capofila nell’economia circolare europea grazie alle sempre più numerose esperienze di gestione sostenibile dei rifiuti fondate su riciclaggio, raccolte differenziate domiciliari, sistemi di tariffazione puntuale, politiche di riuso e prevenzione.
Esistono infatti Comuni 'ricicloni', consorzi pubblici e aziende virtuose che costituiscono esperienze di green economy eccezionali. L’innovazione impiantistica della valorizzazione dell’organico, degli ecodistretti e delle cosiddette fabbriche dei materiali rende possibile il riciclaggio anche delle frazioni fino ad oggi avviate a incenerimento e smaltimento, con nuove opportunità ambientali, economiche, sociali.
"L'uso efficiente delle risorse - afferma Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club - è la vera chiave di volta per rilanciare l'economia e permettere al nostro Paese di affrontare il futuro. Non è solo quindi la difesa dell'ambiente e della nostra salute che imporrebbero politiche intelligenti sui rifiuti sia a livello locale che nazionale.
Politiche che a partire dalle migliori esperienze già presenti sul territorio puntino innanzitutto sul recupero di materia, reso possibile anche dall'innovazione tecnologica".