Roma, 18 lug. - (AdnKronos) - Dalla Scarpetta di Venere al Giaggiolo della Marsica, sono sette le specie vegetali rare a rischio estinzione in tutto l’Appennino, presenti nella Direttiva Habitat, al centro di un progetto che vuole scongiurare il pericolo di dire addio a questi fiori. Si chiama Floranet Life e prevede, tra le azioni in programma, conservazione in situ, riduzione dell'impatto turistico e campagna di sensibilizzazione.
Scarpetta di Venere (Cypripedium calceolus), Adonide Ricurva (Adonis distorta), Androsace di Matilde (Androsace mathildae), Giaggiolo della Marsica (Iris marsica), Astragalo Aquilano (Astragalus aquilanus), Serratula con foglie di erba-sega (Klasea lycopifolia), Senecione dell'isola di Gotland (Jacobaea vulgaris subsp.gotlandica): queste sono le sette specie di interesse comunitario al centro dei lavori che si svolgeranno nelle aree Natura 2000 dei tre Parchi dell'Appennino centrale (Majella, Abruzzo, Sirente Velino).
La conservazione in situ comprende, in particolare, la protezione ed il rinforzo delle popolazioni esistenti minacciate dalle attività umane, dall'evoluzione spontanea della vegetazione naturale o dalla sempre crescente abbondanza di animali selvatici. In particolare, si prevede la protezione e l'aumento dei popolamenti delle specie all'interno del Parco Nazionale della Majella, nel Parco Regionale Sirente-Velino e nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, per mezzo di tecniche di ecologia di restauro, con la produzione di propaguli coltivati “ex situ” (in ambiente artificiale).
Saranno effettuate le analisi dei processi di germinazione del germoplasma (i semi) delle specie bersaglio, raccolti nei vari siti inclusi nei parchi della regione Abruzzo e l'ambiente circostante. Per mezzo della banca dei semi, la propagazione in vivaio e la coltivazione nei giardini botanici, saranno rinforzate le popolazioni dei siti dove sono scarse e per crearne delle nuove.
Altro punto del progetto, è la riduzione dell'impatto del turismo sulle specie target riorganizzando i flussi turistici in prossimità dei siti di crescita e dove ci potrebbero essere problemi causati dalla presenza di sentieri, strade ed itinerari a cavallo. Sarà realizzata anche una campagna di sensibilizzazione tra la popolazione locale e i visitatori dei parchi, anche con convegni internazionali per divulgare il messaggio anche a livello europeo. Particolare importanza sarà data alla formazione nelle scuole, realizzando delle aiuole didattiche nelle quali saranno presenti le specie interessate dal progetto.
“Il progetto nasce con l’idea di realizzare una grande azione di rete tra le aree protette interessate dell’Appennino, il cui intento è anche quello di ribadire la ricchezza di biodiversità di questo territorio, nonché la capacità dei parchi di raggiungere obiettivi e strategie comuni per la conservazione della biodiversità”, spiega Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente.