Come fanno i fiori a sapere quando è il momento di sbocciare in primavera? La fioritura è "attivata" da una serie di indicatori ambientali – temperatura, lunghezza delle giornate… – che fanno scattare tutti quei cambiamenti che portano le piante (molte piante, almeno) a risvegliarsi con l'arrivo della bella stagione. Ma cosa succede quando questi indicatori sono sballati dal riscaldamento globale e dalle sue conseguenze sul clima? Uno studio pubblicato su Annals of Botany analizza la situazione relativa a fiori e piante del parco nazionale di Doñana, nel sudovest della Spagna, e rivela che la maggior parte delle specie vegetali dell'area fioriscono ormai con settimane, se non mesi, di anticipo.
Fioriture anticipate. Il parco nazionale di Doñana è una delle zone più ricche d'Europa dal punto di vista naturalistico, e vegetale in particolare: ci sono 875 specie di piante che sono indigene del parco, 51 delle quali vengono monitorate ormai da 35 anni; i loro ritmi di fioritura sono registrati con attenzione e, ora, studiati da un team di ricercatori delle università di Siviglia e San Paolo, in Brasile. La prima cosa che l'analisi rivela è che il picco della fioritura annuale nel parco arriva ormai con 22 giorni di anticipo rispetto a quanto facesse negli anni Ottanta. Colpa delle temperature più alte, e quindi dello scioglimento precoce delle nevi e dell'arrivo nel terreno dei nutrienti che servono ai fiori per crescere. L'80% delle specie studiate comincia ormai a fiorire in anticipo, e, ancora peggio, il 68% finisce anche in anticipo.
Effetto domino. Questo spostamento dei "turni" crea problemi a tutto il resto dell'ecosistema: gli insetti impollinatori, per esempio, hanno anch'essi ritmi stagionali, che rischiano, almeno per ora, di non coincidere con quelli dei fiori dai quali si nutrono. Non solo: Doñana è un'importante tappa migratoria per molte specie di uccelli, che si fermano nel parco d'inverno a rifocillarsi prima di proseguire il loro viaggio. Se i fiori continuassero a fiorire in anticipo, e gli insetti si adattassero ai loro ritmi, gli uccelli migratori potrebbero trovare all'improvviso molte più prede, o al contrario arrivare nel momento sbagliato e trovare il parco vuoto – e dovrebbero quindi a loro volta cambiare i loro programmi annuali. Insomma, la cascata di effetti è potenzialmente immensa, e soprattutto non del tutto prevedibile: nei prossimi anni vedremo cosa significa davvero un anticipo della primavera.