Un quinto della soia e della carne che l'Unione Europea importa dal Brasile sarebbero collegati ad aree deforestate illegalmente in Amazzonia e nella savana tropicale del Cerrado, un'altra ecoregione ricca di biodiversità. Lo denuncia uno studio pubblicato su Science in un anno se possibile ancora più nero rispetto al 2019 quanto a deforestazione, con la pandemia di covid che ha ulteriormente allentato i controlli su questo territorio.
I soliti noti. Il 20% della soia e il 17% della carne bovina esportate in Europa dal Brasile provengono da superfici deforestate illegalmente. Il team di ricercatori brasiliani, tedeschi, svedesi e statunitensi lo ha stabilito dopo aver analizzato i documenti, le mappe e i permessi di deforestazione e trasporto di bestiame richiesti da 815.000 proprietà rurali nei due territori, per distinguere le aree disboscate secondo la legge da quelle in cui questa operazione è avvenuta in modo illegale. Si è così scoperto che il 2% delle proprietà in queste due regioni è responsabile del 62% della deforestazione illegale. Questo tipo di attività è concentrato dunque in poche fattorie che - come si intuisce dallo studio - sarebbero facilmente individuabili se solo ci fosse la volontà di fermarle: non è vero, come spesso sostenuto dal governo brasiliano, che il problema è troppo diffuso per essere affrontato.
Fame di carne. Il 41%, 13,6 milioni di tonnellate, della soia importata ogni anno dall'Europa proviene dal Brasile, e nella maggior parte dei casi dall'Amazzonia e dal Cerrado. Il Brasile è il maggiore produttore di soia al mondo, e la coltivazione è più che quadruplicata negli ultimi 20 anni, perché questo legume viene usato per nutrire gli allevamenti che danno al mondo carne e prodotti caseari. In Europa la soia brasiliana viene destinata soprattutto agli allevamenti di maiali, di cui il Vecchio continente è il principale esportatore. La domanda di carne suina soprattutto dall'Asia è in aumento, e con essa l'appetito mondiale per la soia.
Le ricadute sul clima. Ogni anno, l'Unione Europea importa dal Brasile 189.000 tonnellate di carne di manzo. Su 4,1 milioni di capi condotti ai macelli, almeno 500.000 provengono direttamente - dicono gli autori dello studio - da proprietà terriere che sono state deforestate illegalmente. Si tratta del 2% di tutto il manzo prodotto in Amazzonia e del 13% di quello del Cerrado.
Ma se i dati sulla soia sono stati facilmente ricavati per le due intere regioni studiate, quelle sull'esportazione di carne di manzo sono risultati disponibili soltanto per gli Stati del Mato Grosso e di Pará: la percentuale di manzo "contaminato" dalla deforestazione illegale che finisce sulle tavole europee potrebbe essere ancora più consistente.
Lo studio ha infine stimato la quantità di emissioni di gas serra legate alla deforestazione illegale per l'export europeo: circa 58 milioni di tonnellate di CO2, tra il 2009 e il 2017.