Non è poi così lontano il 2050 e in fondo non occorre aspettarlo: come se non bastassero i grandi fiumi in secca e i ghiacciai che si sbriciolano nello Stivale, anche il resto d'Europa è nuovamente lambito da un'ondata di calore, che sta portando i termometri a segnare temperature da record e provocando incendi su vasta scala dal Portogallo alla Croazia. Secondo gli scienziati, neanche i più pessimistici modelli climatici si erano spinti a prevedere un'emergenza termica di questa portata così presto. Un monito concreto a ricordarci che i cambiamenti climatici sono qui, adesso, e non un problema di cui preoccuparsi tra una trentina d'anni.
Un effetto della crisi climatica. Al livello di riscaldamento globale raggiunto finora (+1,1 °C dall'era preindustriale), le ondate di calore estreme che in passato si verificavano una volta ogni 10 anni risultano 2,8 volte più frequenti. La situazione potrebbe peggiorare: secondo le stime dell'IPCC, se non riusciremo nella sfida di contenere il rialzo delle temperature a non più di 1,5 °C, questi episodi di rialzo termico prolungato potrebbero avvenire con una frequenza quattro volte maggiore. Attualmente l'Europa è alle prese con uno degli anni più difficili in assoluto quanto a siccità, incendi e temperature estreme.
Incendi e morti precoci. Mercoledì 13 luglio la città di Pinhao, nel nord del Portogallo, ha raggiunto il record di temperatura nazionale di 47 °C, mentre il Paese era attraversato da incendi su vasta scala favoriti dal caldo e dalla siccità degli ultimi mesi, che ha lasciato il suolo arido e indifeso. Uno dei roghi divampato nella giornata di domenica 17 luglio ha lasciato dietro di sé due vittime, almeno una sessantina di feriti e 15.000 ettari di terra carbonizzata. In Spagna, nei primi tre giorni di questa ennesima ondata di calore da maggio a questa parte sono decedute 300 persone per cause legate all'afa, mentre le autorità provavano a domare una ventina di incendi in varie parti del Paese.
Dalle Alpi all'Adriatico. In Francia, un vasto incendio forestale nel dipartimento della Gironda (quello di Bordeaux) ha costretto all'evacuazione di 16.000 persone tra residenti e turisti e reso inutilizzabili 11.000 ettari di suolo. Le temperature in molte zone del Paese hanno oltrepassato i 41 °C in quella che è stata definita un'Apocalisse termica. Roghi difficili da contenere sono scoppiati anche sulla costa adriatica della Croazia e sull'isola greca di Creta.
Tre decenni in anticipo. L'Ufficio meteorologico del Regno Unito (Met) ha diramato un'allerta rossa per le temperature estreme attese per tutta questa settimana: sono previsti 37 °C nel Sud dell'Inghilterra, ma c'è una buona probabilità che si arrivi a 40 °C.
Di recente, il Met aveva previsto punte termiche di questo tipo per il 2050, nelle simulazioni climatiche che mostrano gli effetti del riscaldamento globale. Nessuno si aspettava che al di là della Manica potesse fare così caldo già quest'anno.
Il governo britannico ha avvertito i cittadini della possibilità che le ondate di calore siano potenzialmente letali anche per persone sane e senza patologie pregresse, e ha chiesto di usare la stessa prudenza che si avrebbe in caso di tempesta (per esempio non uscendo di casa nelle ore più pericolose).
Peggio del previsto. Per Amir Givati, del Dipartimento di Studi Ambientali dell'Università di Tel Aviv, era stato previsto che l'estate 2022 sarebbe stata particolarmente torrida nell'emisfero settentrionale, ma nessuno aveva in mente una morsa di questa portata. «Persino i modelli più cupi non si aspettavano che le fredde isole britanniche raggiungessero i 40 °C - ha spiegato al sito del quotidiano Haaretz - e sta accadendo sotto i nostri occhi. Più velocemente e più intensamente di quanto credessimo».