Per avere energia pulita e basso costo basta ispirarsi alla natura: un gruppo di scienziati americani ha realizzato una foglia artificiale che ricava energia elettrica dal Sole e dall’acqua. (Focus.it, 4 aprile 2011)
A prima vista può sembrare la classica scoperta dell’acqua calda, ma fino ad oggi non ci era ancora riuscito nessuno: Daniel Nocera e i suoi colleghi del Massachusetts Institute of Technology, invece che inventarsi complicati e costosi marchingegni per generare energia pulita, si sono limitati a copiare Madre Natura e hanno sviluppato la prima foglia artificiale capace di ricavare energia dal Sole.
Il dispositivo non è altro che una piccola cella fotovoltaica grande come una carta da gioco che, grazie ad un procedimento del tutto analogo alla fotosintesi, utilizza l’energia solare per ricavare idrogeno e ossigeno dall’acqua: i due gas, una volta estratti, vengono impiegati per alimentare una cella a combustibile e produrre energia elettrica quando serve.
Un secchio d’acqua al giorno leva il buio di torno
L'apparecchio messo a punto dagli scienziati del MIT non è solo estremamente efficiente, ma anche low cost: per costruirlo sono sufficienti materiali poveri e relativamente abbondanti come il cobalto e il borato di nichel. In aggiunta a questi, alcuni catalizzatori chimici che accelerano una serie di reazioni che altrimenti non avverrebbero.
Il prototipo è stato presentato qualche giorno fa al convegno annuale della American Chemical Society e ha funzionato ininterrottamente e senza guasti per oltre 45 ore.
Messo in un contenitore con 4 litri di acqua ed esposto in pieno sole, può produrre abbastanza energia elettrica da soddisfare per un giorno le esigenze di una famiglia in un paese in via di sviluppo.
La foglia artificiale è piaciuta moltissimo agli indiani della Tata, che hanno già siglato un accordo con Nocera per industrializzarla.
L'idea non è comunque del tutto nuovo: la prima foglia artificiale fu realizzata una decina di anni fa da John Turner dello U.S. National Renewable Energy Laboratory di Golden, in Colorado. Il suo apparecchio però richiedeva l’impiego di metalli rari ed era altamente instabile.