Roma, 24 set. - (AdnKronos) - Sarà il primo impianto di taglia industriale in Europa in grado di produrre energia sfruttando la tecnologia delle celle a combustibile ad ossidi solidi (Sofc), il primo al mondo alimentato dal biogas ottenuto dalla depurazione delle acque. E' quello che verrà realizzato grazie al progetto europeo Demosofc, coordinato da Massimo Santarelli del dipartimento Energia del Politecnico di Torino.
L’impianto sarà in grado di produrre in cogenerazione 175 kW elettrici e 90 kW termici, con un’efficienza elettrica del 53%. Verrà installato nell’impianto di trattamento acque reflue di Smat Collegno (Torino), dove attualmente il biogas è prodotto dalla digestione anaerobica dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane. Garantirà la fornitura di circa il 30% del fabbisogno elettrico del sito (attualmente coperto interamente dalla rete) e del 100% del fabbisogno termico.
Il progetto, che prevede un partenariato di 5 istituti di ricerca e aziende europei (oltre al Politecnico di Torino e Gruppo Smat per l’Italia, l’azienda finlandese Convion Oy, produttrice di sistemi Sofc, il centro di ricerca finlandese Vtt e l’Imperial College of Science, Technology and Medicine di Londra), ha un budget complessivo di circa 5,9 milioni di euro ed è finanziato dall’Unione Europea con 4,2 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020, piattaforma Fch-J (Fuel Cell and Hydrogen Joint Undertaking).
L’impianto impiegherà la tecnologia Sofc (Solid Oxide Fuel Cell): celle a combustibile a ossidi solidi che funzionano a circa 800°C e che possono essere alimentate anche direttamente a gas metano o a biogas
Il progetto nasce dalla necessità di rendere produttivo dal punto di vista energetico un processo necessario, cioè la depurazione delle acque di scarico, e permette non solo di ottenere energia elettrica e calore, ma anche acqua pulita e il ri-fissaggio del contenuto di Carbonio del combustibile primario (biogas) in forma di biomassa (alghe) che può essere reimpiegata.
Come funziona. Partendo dal biogas si procede alla separazione dello zolfo e di altri contaminanti, per poi avviare la reazione negli elettrodi di cella che permette di produrre energia elettrica. Gli scarti del processo sono già privi di azoto, permettendo un recupero più semplice della Co2 che può essere separata facilmente dall’acqua con cui è miscelata.