Da tempo gli ecologi e i naturalisti mettono in guardia dall’arrivo e poi dalla diffusione sul territorio italiano di specie animali da altri continenti, e che potrebbero mettere a rischio la biodiversità degli ecosistemi italiani. Sono animali che arrivano aggrappati sotto alle chiglie delle navi che attraversano gli oceani, animali (e piante) ben nascosti nell'enorme flusso quotidiano dei prodotti della globalizzazione.
Complici (anche) i cambiamenti climatici e l'assenza dei loro naturali predatori, i nuovi organismi, alieni (alloctoni, non-indigeni), resistenti alle condizioni variabili di viaggi di migliaia di chilometri, trovano infine un ambiente favorevole che sono in grado di colonizzare, quasi sempre a danno di specie autoctone (locali, indigene) - che l'evoluzione non ha preparato ad affrontare.


Sentinelle nei porti. Per tracciare il viaggio e l’arrivo di queste specie invasive l’Università di Pavia promuove il progetto Un mattone contro le specie aliene, che è possibile sostenere anche attraverso la piattaforma per il crowdfunding (raccolta fondi) a sostegno della ricerca, Universitiamo.
Il nome del progetto si ispira al metodo che i ricercatori vogliono usare: collocare, sui fondali dei porti, "mattoni" in PVC (cloruro di polivinile, un polimero), che possano fungere da substrati artificiali, un invitante primo approdo dove le nuove specie possano insediarsi e, lì, essere monitorate da biologi marini specializzati in invertebrati - perché la maggior parte delle specie aliene invasive è costituita da molluschi e crostacei.
Vedi anche: specie marine invasive nel Mediterraneo
Nell’estate del 2018 è stato condotto con successo un primo campionamento pilota nel Golfo di La Spezia: il monitoraggio grazie ai substrati artificiali consentirà anche di valutare come cambiano le comunità marine nel tempo.