Il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra, l'Earth Day 2020, un'occasione per riportare in primo piano il tema della salvaguardia del Pianeta. Sebbene il blocco dei trasporti imposto dall'emergenza covid abbia comportato una significativa riduzione dei livelli di inquinamento, siamo ancora molto lontani dall'aver risolto il problema dei cambiamenti climatici. Un'opportunità più duratura per ridurre l'impatto ambientale che ciascuno di noi esercita sul Pianeta consiste invece nell'adottare scelte alimentari più sostenibili.
Una delle regole più importanti consiste nel basare la propria alimentazione su alimenti di origine vegetale e nel scegliere di consumare con maggiore moderazione e minore frequenza gli alimenti di origine animale. L'impatto ambientale di questi alimenti, che si esprime in termini di emissioni di anidride carbonica e di acqua e suolo consumati, risulta infatti essere mediamente più elevato. In particolare, la categoria alimentare che presenta il conto più salato per l'ambiente è rappresentata dalle carni, e soprattutto dalle carni rosse.
Tuttavia, l'impatto ambientale delle nostre scelte alimentari non dipende solo dal cibo che mangiamo, ma anche dal cibo che non mangiamo, ovvero da tutti quegli alimenti che non raggiungeranno mai il fine per il quale sono stati prodotti e acquistati, in quanto finiscono prima per essere gettati.
Lo spreco di cibo si traduce infatti in un'inutile consumo delle risorse naturali (acqua, suolo, carboni fossili) utilizzate per la produzione, la trasformazione e il trasporto degli alimenti che vengono gettati. In particolare, uno dei comparti della filiera agroalimentare dove si verificano i maggiori livelli di spreco è il consumo domestico, il che rende ancora più evidente il contributo che ciascuno di noi può dare per promuovere un mondo più verde e sostenibile attraverso le giuste scelte alimentari.