Stiamo attraversando il più allarmante evento di estinzione dopo la scomparsa dei dinosauri: questa volta, però, il colpevole non è un asteroide ma l'uomo. La Giornata mondiale della Terra del 2019 è dedicata alla protezione delle specie animali, attraverso l'impegno personale e dal punto di vista politico, legislativo e della cooperazione internazionale.
A ritmo accelerato. Cambiamenti climatici, deforestazione, perdita dell'habitat, commercio e contrabbando di specie rare, pratiche agricole non sostenibili, inquinamento e utilizzo indiscriminato di pesticidi, caccia e consumo dissennato delle risorse sono solo alcuni dei modi in cui l'uomo contribuisce direttamente alla riduzione di animali e piante selvatici.
In natura una specie su cinque si estingue ogni anno, ma oggi ci troviamo di fronte a una perdita 1.000, forse 10.000 volte superiore a quella "naturale": molte specie scompariranno prima ancora che possiamo scoprirle e conoscere il loro contributo negli ecosistemi.
Bollettino di guerra. Il 60% delle specie di primati è minacciato di estinzione, e il 75% rischia un grave declino. Il 40% delle specie di uccelli è in diminuzione e 1 su 8 rischia l'estinzione totale. Ogni anno, 650 mila mammiferi marini finiscono catturati o gravemente feriti in operazioni di pesca, mentre la popolazione degli elefanti africani è passata dai 5-10 milioni di esemplari del 1930 ai 500.000 attuali (comunque più delle giraffe, che sono ridotte a circa 80.000 individui).
Il 65% delle barriere coralline, che ospitano un quarto della vita marina del pianeta, è seriamente minacciato da riscaldamento dei mari, inquinanti e acidificazione degli oceani; dal 2000 al 2010, sono stati uccisi in media 100 milioni di squali all'anno.
Servizio indispensabile. Mentre si moltiplicano gli studi sulla scomparsa degli insetti volanti, preoccupa in particolare la situazione delle api: nell'ultimo decennio gli apicoltori di Europa e Stati Uniti hanno denunciato una perdita annuale di alveari pari al 30% o più del totale, un fenomeno che ora sappiamo legato principalmente (ma non solo) all'utilizzo indiscriminato di pesticidi sui fiori che le api visitano.
Il 90% delle 369.000 piante da fiore dipende dalle api per l'impollinazione: in una singola "uscita", un'ape visita da 50 a 1.000 fiori: in teoria, se ogni ape facesse 10 viaggi al giorno, una colonia di 25.000 operaie (un alveare medio-piccolo in piena estate) può impollinare 250 milioni di fiori al giorno. Le api sono necessarie alla sopravvivenza di moltissime specie animali che contano su fiori, frutti, semi e noci per sopravvivere, senza contare il fatto che le piante con fiori fanno da "casa" a interi ecosistemi. La perdita di impollinatori essenziali come api e bombi sarebbe disastrosa per la salute e la resa dei raccolti: per gli animali che dalle api dipendono, come l'uomo, significherebbe la fine.
Prima che sia troppo tardi. L'Earth Day di quest'anno, alla sua 49esima edizione, vuole essere un'occasione per prendere coscienza di questi temi e spendersi in prima persona per scelte che salvaguardino le specie. Se non agiamo con rapidità, ricorda Kathleen Rogers, presidente dell'Earth Day Network, «la sesta estinzione potrebbe essere la nostra».