Il primo motore alimentato ad ammoniaca nasce a Pontedera vicino a Pisa. Serve a ricaricare le batterie di un furgoncino elettrico ad autonomia estesa ed è il risultato di una collaborazione tra pubblico e privato.
“L’ammoniaca produce idrogeno ma si conserva come il GPL”
Avanguardia italiana - Per una volta l’Italia è prima nella sperimentazione sulla mobilità sostenibile a zero emissioni di CO2. E, in questo caso particolare caso, grazie a un motore estremamente innovativo rispetto a quanto visto fino a oggi perché è alimentato ad ammoniaca. È il risultato di tutto rispetto del progetto SAVIA - Sistema di Alimentazione di Veicoli a Idrogeno e Ammoniaca - nato nel 2009 dalla collaborazione tra Regione Toscana, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna e un pool di imprese private. Un progetto, quindi, 100% made in Italy.
Ammoniaca EREV - L’ammoniaca, in realtà, non alimenta il motore principale bensì un piccolo motore endotermico che serve a caricare una batteria. Questo accumulatore, poi, viene utilizzato per fornire l’energia necessaria a far muovere il vero motore del veicolo che è elettrico. Tecnicamente, quindi, siamo di fronte a un cosiddetto EREV, ossia un veicolo elettrico ad autonomia estesa. E il veicolo usato per il primo test è un furgoncino porta rifiuti, di quelli in dotazione per la raccolta differenziata porta a porta.
Oltre l’idrogeno - Ma non è tutto perché l’ammoniaca è arricchita da idrogeno e, allo stesso tempo, produce essa stessa idrogeno per alimentare il motore. Si tratta di ammoniaca liquida arricchita, in fase di iniezione indiretta, di circa 5% di idrogeno. L’ulteriore idrogeno necessario alla combustione viene ricavato dalla decomposizione termica dall’ammoniaca stessa tramite uno speciale catalizzatore appositamente realizzato nell’ambito del progetto. Questo, in parole povere, vuol dire che si possono ottenere i vantaggi dell’idrogeno senza subirne gli svantaggi. L’idrogeno, infatti, è molto difficile da conservare perché deve essere portato a temperature bassissime. L’ammoniaca, invece, si trasporta a temperatura ambiente e a 8 bar di pressione. Per fare un esempio si potrebbe dire che l’ammoniaca del progetto SAVIA si può stoccare come il normale GPL, tanto amato dagli italiani. (sp)
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