di Peppe Croce
L'azienda inglese Air Fuel Synthesis dichiara di essere riuscita a produrre petrolio dalla CO2 e dall'idrogeno. Ma sono minuscole quantità e serve una fonte di energia. Forse non ne vale la pena...
"Da agosto a oggi sono stati prodotti solo 5 litri di petrolio"
Il sogno del petrolio -
Air Fuel Synthesis
Come funziona - Considerato il potenziale inquinamento derivante dalle estrazioni di petrolio, vale la pena di prestare attenzione a quanto afferma l'azienda. Per capire il processo usato da Air Fuel Synthesis per produrre petrolio dall'aria basta pensare alla parola "idrocarburi". Cioè idrogeno e carbonio, due sostanze che si trovano naturalmente nell'aria e nell'acqua in abbondanza. Il primo come H2O, il secondo soprattutto nella CO2: una molecola formata da due atomi di ossigeno e uno di carbonio. Se si riesce a estrarre il carbonio dalla CO2, e a unirlo all'idrogeno preso dall'acqua, si ottiene un idrocarburo e uno scarto per nulla pericoloso: l'ossigeno.
Ci vuole l'energia! - Al momento i risultati sembrerebbero minimi: l'azienda afferma di aver estratto appena 1,3 galloni di petrolio, pari a circa 5 litri, da agosto a oggi. L'idea è di passare alla fase due, con un impianto commerciale da 240 galloni al giorno, per poi fare una vera e propria raffineria nei prossimi 15 anni. Il vero problema, che ci riescano o meno, è che per generare qualunque reazione chimica del genere serve dell'energia e il rischio è che se ne usi di più per fare il petrolio dall'aria di quanta poi ne offra il petrolio stesso con il suo utilizzo. Air Fuel Synthesis afferma che l'energia elettrica necessaria a far funzionare l'impianto arriverà da fonti rinnovabili, minimizzando il problema energetico, ma i primi test finora sono stati eseguiti con della normalissima elettricità prelevata dalla rete elettrica. (sp)