Roma, 19 dic. - (AdnKronos) - Vegano chiama e mercato risponde. E così è boom di certificazioni veg, soprattutto nel settore vitivinicolo. A tracciare il quadro all'Adnkronos, è Carmen Nicchi Somaschi, presidente dell'Associazione vegetariana italiana (Avi) che, oltre a Qualità Vegetariana, prevede la certificazione Qualità Vegan garantita da Csqa per il cibo ed i ristoranti e da Valori Italia per vino e alcolici. I vegani, spiega Nicchi Somaschi, “rappresentano l'1% della popolazione”. In questi anni “c'è stata una vera e propria esplosione del movimento vegano” e il mercato si sta adattando. Lo dimostrano le richieste per ottenere la certificazione veg.
In un anno e mezzo “sono circa 15 i prodotti certificati: 7 solo per il vino”. Il vino italiano, sottolinea il presidente Avi, “è molto richiesto all'estero” e questo dimostrerebbe il crescente interesse del settore vitivinicolo ma nelle certificazioni troviamo anche: pasta, formaggi e conserve. La ristorazione, “che dà ormai per scontato l'alimentazione vegetariana, sta facendo un buon lavoro sul versante vegan” ma restano ancora problemi per dolce e secondo.
Cibo a parte, “la ristorazione ha capito che per offrire un servizio migliore non può trascurare il dialogo con le associazioni di categoria”. Lo stile di vita vegano “non si sceglie né per moda né per salute. Deve essere una scelta coerente con il nostro modo di pensare”. Unico problema della dieta vegana? La carenza di vitamina B12 ma, niente paura assicura Nicchi Somaschi, “può essere sostituita con alcuni integratori alimentari naturali”.