di Luca Busani
Si parla spesso di risparmio energetico e altrettanto frequentemente ci si lamenta della durata della vita media dei dispositivi di ultima generazione. C’è anche chi se ne infischia di tutto questo e lascia accesa una lampada al neon per 77 anni.
"Questo neon è costato circa 17.000 dollari in bollette della luce"
Uno spreco paradossale - La storia di questa lampada al neon sembra quasi paradossale, perché inizia e finisce con due delle più importanti crisi economiche dell’ultimo secolo: della serie, non badiamo a spese. L’interruttore è stato, infatti, acceso alla fine della Grande Depressione - quel periodo nero che si è aperto con il crollo di Wall Street del 1929 ed è durato fino alla metà degli anni Trenta - quando Clifford Clinton rilevò un piccolo locale a Los Angeles e decise di trasformarlo in una caffetteria a tema bucolico.
Una sorpresa luminosa - Stiamo parlando del lontano 1935: da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, la depressione è finita, di mezzo c’è stata perfino la seconda guerra mondiale e, alla fine, è arrivata un’altra crisi. Ciò nonostante, il ristorante Clifton’s Cafeteria è rimasto più o meno lo stesso, almeno finché il suo nuovo proprietario Andrew Meieran ha deciso di restaurarlo completamente. Non puoi immaginare lo stupore che lo ha colto quando, abbattendo una tramezza, ha trovato un tratto di un tubo al neon ancora acceso.
Un neon superiore alla media - La scoperta ha dell’incredibile, se pensi che in media una lampada di questo tipo può durare tra i 20 e i 40 anni, dopodiché il vetro che la riveste tende a deteriorare, mentre il gas inerte al suo interno svanisce. La scelta di murare il neon è avvenuta in modo quasi casuale: tutta colpa di un ripostiglio, che nel 1949 è stato ricavato da una stanza nell’interrato aggiungendo alcuni pannelli di plastica e compensato, e di una squadra di muratori un po’ pigri che ha preferito tingere il tubo di nero piuttosto che smontarlo.
Nemmeno gli animali l’hanno notato - Secondo i calcoli fatti da Meieran, questo neon è costato ai vari proprietari che si sono succeduti all’interno della Clifton’s Cafeteria una cifra vicina a 17.000 dollari. Un altro dettaglio che ha destato la sua curiosità è la totale assenza nell’intercapedine di insetti e piccoli mammiferi - anche sotto forma di resti - come sarebbe stato facile aspettarsi in un luogo caldo, luminoso e protetto, che occupa una superficie di un paio di metri quadrati.
Ristorante o museo - Durante i lavori di restauro, che si concluderanno entro l’anno prossimo, sono stati rinvenuti altri cimeli del passato, come vecchie insegne, diari segreti e lampadine d’epoca. Meieran ha deciso di conservare tutto e, anzi, ha pensato di adibire un’area del suo ristorante a museo, proteggendo questi reperti con una grossa teca trasparente. L’idea ha inoltre suscitato il plauso entusiasta di Linda Dishman, direttrice dell’ente per la conservazione dei beni culturali di Los Angeles.
Altri tesori nascosti - La signora Dishman, oltretutto, è convinta che in quel locale possano celarsi altri preziosi oggetti del passato e confida nell’operato di Meieran che - a suo dire - ha tra le mani un autentico tesoro: pare, infatti, che il vecchio Clifton non gettasse mai via nulla, ma preferisse accantonare e accumulare, accantonare e accumulare. (sp)