Ecologia

Dal Green Act alla Cop21, la sfida ambientale come opportunità per le imprese

Convegno Confindustria Kyoto Club in vista della Cop21

Roma, 18 nov. (AdnKronos) - Innovazione tecnologica, sostenibilità, efficienza energetica, mobilità sostenibile, economia circolare. E, a Parigi, un accordo impegnativo per tutte le aree economiche del mondo e che stabilisca parità di condizioni concorrenziali per le imprese e tuteli l’ambiente nel lungo periodo. Queste la direzione da prendere perché l'Italia sia protagonista della lotta ai cambiamenti climatici e perché la sfida ambientale si concretizzi come opportunità per il Paese e per le imprese. E' il messaggio che emerge dal convegno che Confindustria e Kyoto Club hanno organizzato presso la sede dell’associazione industriale a Roma.

I relatori hanno fatto il punto sulla posizione delle imprese e sulle future azioni da intraprendere in tema di cambiamenti climatici in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop21), in programma a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre prossimi. Durante i lavori, è emerso come le politiche per l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile e l’energia pulita possano rappresentare - anche in un’ottica internazionale - notevoli opportunità di sviluppo per il mondo delle imprese italiane.

"L'industria italiana considera ormai da molto tempo il tema della sostenibilità come una opportunità piuttosto che come un vincolo", commenta Gaetano Maccaferri, vicepresidente di Confindustria con delega all’Ambiente, che ha ribadito l’impegno delle imprese italiane per lo sviluppo di tecnologie e processi sempre più sostenibili, auspicando che la stesura del Green Act da parte del Governo possa costituire il contributo reale dell’Italia alla Cop21 di Parigi.

"La percezione diffusa di una industria allergica alle regole ambientali e insensibile alla domanda crescente di sostenibilità non rappresenta, infatti - ha aggiunto il vicepresidente degli industriali - la realtà di un sistema produttivo che ha investito e continua a investire molto per garantire la compatibilità ambientale delle proprie produzioni e per sviluppare nuovi prodotti e tecnologie nei settori della Green Economy".

"A Parigi dobbiamo scongiurare il rischio che ancora una volta l’Unione Europea si ritrovi isolata nell’implementazione di obiettivi particolarmente sfidanti per il nostro sistema economico, in una fase in cui, peraltro, le emissioni delle altre aree del mondo sono in progressivo aumento", sottolinea il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci. "Sul fronte interno, invece, siamo in attesa che il governo definisca le linee guida della futura strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, per la quale stiamo predisponendo un contributo sostanzioso che identifica i settori e le tecnologie sui quali fare leva per lo sviluppo della Green Economy", aggiunge.

"Abbiamo avviato con il ministero dell’Ambiente - spiega Panucci - un confronto serio e strutturato, che ha già visto la riunione di diversi tavoli ad hoc e vuole concludersi con la presentazione ufficiale del nostro documento alla fine di novembre, con la partecipazione del ministro Galletti e di esponenti delle istituzioni e delle imprese".

Secondo Catia Bastioli, ceo Novamont, "se il messaggio e il modello dell'Italia a Parigi 2015 fosse quello di semplici tagli di CO2 senza preoccuparsi del modello di riferimento con cui le emissioni vengono abbattute non avremo fatto il passo necessario". Per il presidente Kyoto Club, occorre quindi "una strategia complessiva: ciò significa - spiega nel messaggio inviato al convegno - mettere al centro un nuovo modello di produzione e di consumo partendo dai territori e dalla loro sostenibilità, interconnettendo settori fino ad oggi separati, tenendo conto che aria, acqua e terra sono il nostro vero capitale da migliorare e valorizzare, all'insegna dell'efficienza dell'uso delle risorse".

"Chi continua a vedere la sfida ambientale come elemento di vincolo sbaglia, non capisce il futuro", osserva il presidente dalla Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci. "Anche perché non usciremo dalla crisi come ci siamo entrati. Ne usciremo cambiando: un'Italia che scommette su innovazione, qualità e bellezza può essere una risorsa per l'Europa e per il mondo. L'Italia a Parigi deve portare questo messaggio", conclude.

18 novembre 2015 ADNKronos
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