12 dicembre - In giornata verrà diffuso il documento ufficiale definitivo per ciò che è stato deciso a COP21, con i dettagli: ne parleremo nei prossimi giorni. Questa è una anticipazione sulla base delle dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite, ancora senza indicazioni in particolare sui fondi internazionali destinati alle nuove tecnologie e alle nazioni in via di sviluppo.
Un documento di “sole” 20 pagine stabilirà il percorso che le nazioni della Terra dovrebbero prendere per rallentare e alla fine fermare l'innalzamento della temperatura. Presentato oggi, 12 dicembre, verso mezzogiorno, in linguaggio cauto e politichese presenta alcuni punti fermi. Per esempio il fatto che le promesse dei Paesi partecipanti (le INDC) non definiscono un percorso sufficiente a contenere l'aumento di temperatura "molto sotto i 2 °C" e che ben altri sforzi devono essere fatti per non superare 1,5 °C.
Il riferimento a "1,5 °C" è importante, perché fino a qualche giorno fa era ritenuto un obiettivo troppo difficile da raggiungere.
Gli aspetti positivi sono che l'accordo sarà legally binding, cioè obbligherà le nazioni a raggiungere un obiettivo stabilito (da loro stesse), e terrà in conto anche i danni che potrebbero subire, e già ora subiscono, alcune nazioni particolarmente vulnerabili, come quelle insulari; per esempio quelle dell'Oceano Pacifico. Per far sì che le promesse si traducano in provvedimenti efficaci per contenere l'aumento di temperatura sono previsti, ogni cinque anni, incontri che aggiorneranno la situazione e potranno prevedere solo accordi migliorativi.