A che punto siamo con gli accordi globali sul clima? Sono definitivamente superati gli accordi di Kyoto? Riusciremo a mettere d'accordo industria, economia e società, e contenere l'aumento di temperatura globale del pianeta Terra entro i 2 °C?
Le risposte a queste domande dovrebbero arrivare - speriamo - in occasione della Conferenza internazionale sul cambiamento climatico, che si terrà a Parigi dal 30 novembre al 11 dicembre 2015. È la COP21, ossia la ventunesima edizione della Conferenza delle Parti (tutti i Paesi del mondo) nell'ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
In attesa di conoscere le decisioni della politica, l'organizzazione indipendente americana Climate Central ha cercato di immaginare gli effetti del riscaldamento globale in vari punti a rischio del pianeta seguendo due diversi scenari: uno più catastrofico e uno che presume si faccia qualcosa per contrastare la "febbre" della Terra. Nel primo non facciamo nulla e la temperatura aumenta di 4 °C da qui al 2100; nel secondo ci impegnamo e la temperatura aumenta "solo" di 2 °C [leggi l'approfondimento].
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New York, Stati uniti
Durban, Sudafrica
Londra, Regno Unito
Shanghai, Cina
Mumbai, India
Sydney, Australia
Rio de Janeiro, Brasile
Qui sotto il video The Climate Scoreboard illustra l'attuale quadro di valutazione sul cambiamento climatico in base all'obiettivo (goal) di contenere l'aumento della temperatura nei limiti prefissati (e da alcuni giudicati insufficienti) e tenendo conto di dati di realtà (business as usual, ossia "come di consueto").