Ecologia

Cop20 a Lima, la conferenza Onu sul Clima banco di prova della volontà politica

Al via il 1 dicembre. Al centro dei negoziati anche la deforestazione, l'8% delle emissioni nel 2013 dovute alla scomparsa delle foreste

Roma, 26 nov. - (AdnKronos) - Per accertare la reale volontà politica per un nuovo accordo globale sul clima, il banco di prova sarà la conferenza delle Nazioni Unite che si aprirà a Lima il 1 dicembre. Qui, i governi dovranno concordare il quadro del nuovo strumento legale che deve essere approvato al summit di Parigi nel 2015.

"La Cop20 è una cartina di tornasole per la volontà politica di raggiungere un accordo mondiale ambizioso ed equo sul cambiamento climatico", dichiara Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia che seguirà a Lima i negoziati. "Le conseguenze dell'inazione sarebbero tremende, le alternative ai combustibili fossili stanno già dimostrando tutte le loro potenzialità: dire che la sfida è difficile non è più una scusa valida".

Fanno ben sperare gli impegni sulla riduzione delle emissioni presi da Cina, Stati Uniti e Unione Europea, e gli impegni finanziari assunti da alcuni Paesi a inizio novembre. Al centro dei negoziati ci sarà anche la questione della deforestazione visto che le emissioni derivanti dai processi di deforestazione hanno raggiunto nel 2013 la cifra di 3,3 miliardi di tonnellate, pari all'8% delle emissioni totali.

Secondo il Global Carbon Project, nel 2013 la concentrazione di biossido di carbonio nella composizione chimica dell’atmosfera ha raggiunto le 395 ppm; si tratta della concentrazione più alta registrata negli ultimi 800.000 anni ed è del 43% più alta della concentrazione esistente agli inizi della Rivoluzione Industriale nel 1750 che risultava essere di circa 277 ppm.

Inoltre il Global Carbon Budget indica la cifra di emissioni che saranno raggiunte entro la fine del 2014 in 40 miliardi di tonnellate di Co2, il più alto livello di emissioni toccato nella storia umana, con un incremento del 2,5% rispetto al 2013.

Secondo il recente rapporto "Futuro Climatico da Amazonia", la foresta amazzonica gioca un ruolo di primo piano nella regolazione del clima, ruolo messo a rischio dalla deforestazione, con una drastica riduzione dei meccanismi di evapotraspirazione, alterazione nella formazione delle nubi, nella dinamica delle precipitazioni e nei prolungamenti delle stagioni secche con diffusione dei processi di aridificazione in diverse aree amazzoniche.

Le foreste nel mondo sono attualmente un serbatoio (sink) netto di carbonio su scala globale. Ma dall’occupazione umana non tribale dell’Amazzonia sono stati distrutti almeno 42 miliardi di alberi, circa 2.000 al minuto, in maniera ininterrotta da almeno 40 anni.

Per il Wwf, quindi, la lotta alla deforestazione deve essere combattuta su scala globale (attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e della società civile) e locale (realizzando percorsi di sostenibilità, insieme alle comunità locali, che dimostrino la possibilità di vivere e utilizzare le foreste nel pieno rispetto degli equilibri ecologici, dei diritti delle comunità locali e dei principi di democrazia e benessere).

Ma da Lima il Wwf si aspetta anche che i governo scelgano di agire con urgenza per colmare l’emission gap nel periodo pre-2020 attraverso queste azioni: aumentare l’uso di energie rinnovabili al 25% e raddoppiare l'efficienza energetica entro il 2020; aumento degli impegni di riduzione delle emissioni già assunti dai Paesi sviluppati; assicurare che i Paesi in via di sviluppo rafforzino le azioni già intraprese, con il supporto di Paesi sviluppati; supporto immediato alle azioni mirate su foreste e agricoltura.

Inoltre, il nuovo accordo 2015 dovrebbe concordare un obiettivo globale di adattamento; riconoscere il ruolo centrale dell’adattamento nei contributi dei singoli Paesi; rafforzare il Fondo per l’Adattamento; sostenere azioni per frenare la deforestazione e includere le foreste nell’accordo; concordare un meccanismo di aiuti a chi soffre perdite e danni permanenti dovuti agli impatti del cambiamento climatico.

Infine per il Wwf, i governi devono mettere conoscenza scientifica ed equità al centro del nuovo accordo e questo deve includere: la definizione di un budget di carbonio in linea con la conoscenza scientifica sin qui acquisita, eliminare gradualmente i combustibili fossili e arrivare al 100% di energia rinnovabile entro il 2050; una revisione degli impegni, scientificamente basata e centrata sull’equità; trasparenza sui contributi nazionali. I paesi che non hanno assunto impegni finanziari per il Fondo Verde per il clima dovrebbero sfruttare l'occasione della riunione della Cop20 a Lima e farlo.

26 novembre 2014 ADNKronos
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