Roma, 8 apr. - (AdnKronos) - In tempo di crisi le aziende riscoprono il baratto. Una tendenza in crescita come dimostra il circuito iBarter, il primo portale italiano per il baratto multilaterale online che, grazie alla partnership siglata con BcNetwork, supera le 700 aziende iscritte. Partnership tutta piemontese, iBarter ha sede a Torino mentre BcNetwork è di Biella, l’alleanza va a creare una piattaforma nazionale ancora più grande dove viene ampliato il raggio di azione e moltiplicate le opportunità. Alla base “c’è l’idea di fare rete: mettendosi insieme è possibile creare un maggior numero di opportunità per tutti coloro che utilizzano il portale”, spiega Cinzia Gremmo, titolare di BcNetwork.
L’operatività e il metodo di azione non cambiano: il meccanismo del baratto resta alla base di tutto. Ovvero, scambiare prodotti e servizi senza ricorrere all’utilizzo dell’euro. “L’unione di due circuiti porta inevitabilmente ad avere un circuito ancora più forte, dove i primi ad avere dei benefici sono proprio le imprese presenti all’interno del circuito”. Il concetto resta sempre lo stesso: scambiare beni e/o servizi secondo le proprie disponibilità ed esigenze.
“È l’antichissima formula del baratto rivista però in chiave moderna. Oggi non c’è più la contestualità dello scambio, ma l’azione dello baratto viene regolamentata da una moneta complementare che è l’iBcredit”, precisa Massimo Cirio, area marketing iBarter e tra i fondatori del circuito.
“I vantaggi sono immediati: innanzitutto le imprese non sono costrette a mettere mano al portafoglio, ma utilizzano come merce di scambio i propri prodotti/servizi per l’acquisto dei beni di cui hanno bisogno. In secondo luogo, le aziende si ritrovano su un’unica piattaforma che ha il preciso scopo di creare una rete dedicata allo scambio, permettendo così di trovare nuovi fornitori e nuovi clienti. Ecco perché un circuito più ampio amplifica necessariamente i benefici per coloro che ne fanno parte".
Sotto il profilo strategico e di sviluppo industriale, iBarter fa un balzo del 30% dei propri aderenti e punta ad arrivare entro l’anno a superare le mille aziende iscritte e a raggiungere i 3 milioni di beni e servizi scambiati nell’anno.