Se nei prossimi mesi nevicherà, i cumuli di neve ammonticchiati sotto casa o sul balcone potrebbero essere oro (nell'estate 2017). Perché non sfruttare il potere del freddo per risparmiare sull'aria condizionata? Se lo chiedono due ricercatori canadesi, dell'Università della British Columbia, in uno studio pubblicato sulla rivista Clean Technologies and Environmental Policy.
Da rifiuto a risorsa. In base a un modello computerizzato elaborato dai due, indirizzando i condotti di ventilazione di un edificio verso un cumulo di neve raccolta e rimossa dalla strada, si potrebbe ridurre il ricorso all'aria condizionata, risparmiando soldi ed emissioni di gas serra. Non è poi un'idea così nuova: qualcosa di simile già lo fanno in paesi come la Svezia o il Giappone.
Cessione di gelo. «La tecnologia di cui parliamo è molto simile a quella usata nel riscaldamento geotermico e nei sistemi di raffreddamento che sfruttano le fredde temperature sottoterra d'estate», spiegano i ricercatori. «La differenza è che anziché far scendere le condutture sottoterra, queste andrebbero portate ai depositi di neve. Si sposterebbero le fredde temperature dalla neve al sistema di ventilazione dell'edificio».
I limiti. Il sistema, avvertono, potrebbe funzionare a meno che i prezzi dell'elettricità nell'area interessata non siano alle stelle, e a patto che le nevicate siano abbondanti (dettaglio non da poco ma forse trascurabile, in Canada). Manca inoltre, nello studio, una stima dei costi necessari a conservare la neve fino all'estate, o almeno fino ai primi caldi.
Comunque, si può fare. C'è chi riesce a sfruttare la neve. Bibai, nell'isola di Hokkaido (la più settentrionale e meno sviluppata tra le isole principali dell'arcipelago del Giappone), la neve invernale, stipata in appositi magazzini, mantiene al fresco i prodotti agricoli a costi più contenuti di quelli della bolletta. Quando fa caldo, il freddo generato dalla neve o l'acqua fredda di fusione vengono adoperati per rinfrescare gli edifici: va detto che la temperatura media di agosto non supera i 22 gradi e che per diversi mesi l'anno l'isola è spazzata dai venti siberiani.
A Sundsvall, in Svezia (altro luogo favorevole al freddo), un impianto di raffreddamento basato su un deposito di neve mantiene al fresco l'ospedale locale già dall'anno 2000, e fa in modo che le attrezzature mediche non si surriscaldino.