Roma, 13 lug. - (AdnKronos) - Fondali marini, rive dei fiumi, campi agricoli e capannoni industriali sono solo alcuni dei luoghi in cui il consorzio EcoTyre è intervenuto con il progetto Pfu Zero per raccogliere gli pneumatici fuori uso (i cosiddetti Pfu) abbandonati e avviarli al corretto recupero. In circa di due anni, quasi 60 interventi hanno permesso di raccogliere un milione di pneumatici e di trasformare 8.000 tonnellate di rifiuti in risorse.
Il progetto ha carattere nazionale e le regioni più coinvolte sono state il Piemonte con circa 30 interventi, la Sicilia con sette interventi e la Campania con quattro interventi. Diciotto iniziative sono state organizzate in altre otto regioni. "Dal 2011 – spiega Enrico Ambrogio, presidente di EcoTyre – il nostro consorzio ritira gratuitamente gli Pfu, per conto dei soci, presso oltre 8.000 gommisti e officine meccaniche garantendo che per ogni pneumatico nuovo immesso sul mercato ne sia avviato uno a recupero".
"Sappiamo, però, che in precedenza molti Pfu sono stati abbandonati e quindi abbiamo deciso di muoverci su due fronti - aggiunge Ambrogio - da un lato intervenendo direttamente su alcuni di questi depositi per consentire il riciclo di Pfu, dall’altro affiancando, alle attività di raccolta, iniziative di sensibilizzazione e informazione sulla corretta filiera di questi prodotti che possono essere una risorsa".
Per questo due anni fa è nato il progetto Pfu Zero che, in collaborazione con le amministrazioni locali e con il mondo dell’associazionismo, ha lo scopo di raccogliere gli Pfu abbandonati e spiegare che il modo corretto di smaltirli è lasciarli agli specialisti che effettuano il cambio gomme perché solo così si ha la certezza del loro recupero. Inoltre grazie al sito www.pfuzero.ecotyre.it i cittadini possono segnalare depositi abbandonati e contribuire a una mappatura nazionale di situazioni di questo genere.
Pfu Zero ha ottenuto il patrocinio del ministero dell’Ambiente e sono iniziate le collaborazioni con le associazioni ambientaliste. La prima è stata quella con "Puliamo il Mondo" di Legambiente che coinvolge ogni anno i volontari in decine di raccolte straordinarie di Pfu in tutto il territorio nazionale. Poi è stata avviata la collaborazione con l’associazione Marevivo da cui è nato il progetto "Pfu Zero nelle Isole Minori", grazie al quale i sub sono intervenuti in 15 isole minori e in due anni sono stati così ripuliti dagli Pfu i fondali di quasi tutti i piccoli porti isolani presenti in Italia.
Molto importanti anche gli interventi su capannoni industriali abbandonati pieni di Pfu; basti pensare che nel sito di Settimo Torinese sono stati portati via 500.000 Pfu e a Fiorenzuola d’Arda ben 300.000, da quelli piccoli per gli scooter a quelli enormi per ruspe e trattori.