Ecologia

Come saranno le case del futuro? Dal riciclo alla riduzione delle emissioni CO2

Case con materiale di scarto o riciclato, con i pannelli solari, con la possibilità di ridurre le emissioni di CO2 e con l'ottimizzazione nell'uso dell'acqua. Uno sguardo su quello che la bioedilizia può fare e sui benefici per la comunità.
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Come potrebbe essere una casa del futuro? Si potrebbe partire così: le fondamenta potrebbero essere realizzate con materiale di scarto, come detriti, lastre e pezzi di cemento provenienti da altri siti e cantieri. Le sue strutture e i suoi arredamenti potrebbero essere di legno riciclato da infrastrutture dismesse di diversa natura: le case sull'albero dei parchi giochi per bambini, le assi usurate dei binari dei treni, gli architravi di case demolite. Le piante sul balcone potrebbero essere innaffiate con l'acqua di secondo riciclo. La lavanderia potrebbe funzionare con quella stessa. Gli elettrodomestici potrebbero azionarsi grazie all'energia generata dai pannelli solari. In un'ottica ancora più attenta, si potrebbe fare in modo che l'energia consumata da una casa sia compensata nell'emissione di CO2.

Sembrerebbe un orizzonte urbanistico lontano, eppure tutto è realizzabile. Anzi, tutto è nel programma dell'Agenda ONU 2030 che prevede un piano di azione globale per la sostenibilità. Tra i suoi 17 obiettivi, molti si legano all'edilizia perché nel futuro siano previste costruzioni che promuovano uno sviluppo in armonia con l'ambiente, sia in termini estetici che in termini di sfruttamento dei materiali e delle energie.

I problemi di sostenibilità dell'edilizia e l'impegno di Distretti Ecologici per la bioedilizia. Si stima infatti che gli edifici e le costruzioni siano responsabili di circa il 38% delle emissioni di CO2 globali, che le città e le aree metropolitane rappresentino il 70% delle emissioni globali di carbonio, che incidano per oltre il 60% sull'uso delle risorse e che i consumi attuali possano compromettere i bisogni delle generazioni future, ponendo le basi per problemi di natura economica e sociale. È quindi sempre più necessario pensare a una bioedilizia, intesa come strumento per migliorare l'efficientamento energetico e la qualità di realizzazione dei lavori.

Per questo è nata Distretti Ecologici, una rete di imprese e una società per azioni che opera nell'ambito della sostenibilità e promuove interventi in tutto il territorio italiano. L'obiettivo è di doppia natura: da una parte sensibilizzare sul tema, per educare, rafforzare la comunità, migliorare la salute e il benessere, dall'altra procedere pragmaticamente con interventi edilizi che siano green e possano rappresentare un'opportunità per risparmiare energia, acqua, ridurre le emissioni di carbonio.

Cosa dice l'agenda 2030 sulla sostenibilità edilizia, ovvero cosa fare per avere case più green. Nel 2015 è stata sottoscritta dall'ONU l'Agenda 2030 che si pone diversi obiettivi entro, appunto, il 2030. Il settore immobiliare e la costruzione degli edifici sono una delle chiavi di volta per il futuro. Tra i punti in questione, questi sono di interesse fondamentale:

1.   Goal 3: salute e benessere

Le persone passano più del 90% del loro tempo in luoghi chiusi. L'inquinamento indoor è responsabile del 2,7% del carico globale di malattia nel mondo. In alcuni paesi europei il 20-30% delle famiglie ha problemi di umidità nelle abitazioni, con un conseguente aumento del 50% del rischio di disordini respiratori e di casi di asma.

Agire in termini edilizi su questo punto vuol dire mettere in atto pratiche costruttive che lavorino sul ciclo di vita dei materiali per ridurre l'inquinamento atmosferico urbano, la contaminazione del suolo, delle acque, l'inquinamento acustico e quello d'aria indoor.

2.   Goal 6: acqua pulita e servizi igienico sanitari

Un uso efficiente delle risorse idriche permette di mitigarne la scarsità. Bisogna considerare che nel XX secolo il consumo di acqua è aumentato di 6 volte, il doppio rispetto al tasso di crescita della popolazione globale. Inoltre il 90% delle risorse va a beneficio del solo 12% dell'intera popolazione mondiale. Il cambiamento climatico potrebbe rendere necessario il razionamento dell'acqua potabile, cosa che a sua volta inciderebbe sulla qualità del servizio igienico sanitario e sulla sua salubrità.

Sarà dunque fondamentale rendere gli edifici adatti al recupero delle acque reflue, con una riduzione degli sprechi d'acqua.

3.   Goal 7: energia pulita e accessibile

Il 40% dell'energia totale consumata in Europa è utilizzata dal settore delle costruzioni e dall'uso degli edifici.

Bisogna lavorare sull'efficienza energetica degli immobili e sull'ottimizzazione delle fonti rinnovabili, fondamentali per la decarbonizzazione e il risparmio energetico. Ma non solo. I nuovi edifici vanno concepiti come fonti di energia, mediante strumenti che consentano l'autoproduzione e un bilancio energetico positivo che riequilibri l'energia grigia ("embodied energy") contenuta nei materiali da costruzione e nei processi costruttivi. Obiettivo: edifici con accesso a energia pulita ed efficiente e zero emissioni di carbonio.

4.   Goal 12: consumo e produzione responsabili

In Europa il settore delle costruzioni produce il 25-30% dei rifiuti totali.

Il settore edilizio deve quindi impegnarsi in un'economia circolare, per evitare di sovraccaricare gli ecosistemi. Significa ridefinire gli standard di recupero, il riuso e il riciclo di componenti e materiali per creare edifici che ottimizzano l'uso delle risorse, producono zero rifiuti nelle discariche e supportano la rigenerazione delle risorse e dei sistemi naturali.                                               

5.   Goal 13: lotta contro il cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è in atto. Almeno un terzo delle emissioni climalteranti è dovuto al sistema delle costruzioni.

Per questo è necessario costruire edifici che siano climaticamente neutri, producano cioè più energia di quanta ne consumino. Significa da una parte costruire immobili che si rivelino resilienti e adattabili al cambiamento e dall'altra privilegiare la riqualificazione dell'esistente.

6.   Goal 17: partnership per gli obiettivi

Le soluzioni derivano anche da conoscenze e competenze condivise. La transizione ecologica è possibile se la comunicazione è attiva tra aziende e consumatori finali.

Gli interventi, infatti, non sono solo edilizi ma vanno a beneficio di una comunità intera, perché diventano l'opportunità per risparmiare energia e acqua, riducendo le emissioni di carbonio e creando un ambiente più salutare e sostenibile.

Distretti Ecologici, muoversi sulle orme dello sviluppo sostenibile. Dal punto di vista pratico, Distretti Ecologici si muove nell'edilizia su almeno 3 piani seguendo le indicazioni dell'Agenda 2030, ma anche del Green Deal, l'accordo dell'Unione Europea per ridurre le emissioni di CO2 e contrastare i cambiamenti climatici in atto.

I punti chiave sono:

  1. Sostenibilità economica, per produrre reddito e lavoro in modo duraturo.
  2. Sostenibilità sociale, per garantire condizioni di benessere equamente distribuite.
  3. Sostenibilità ambientale, per tutelare l'ecosistema e il rinnovamento delle risorse naturali.
14 novembre 2022
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