Ecologia

Combustibili solidi secondari nei cementifici, a due anni dal decreto

Per i cementieri dell’Aitec il livello di applicazione della legge è ancora fermo a livello regionale (Video). Il ministro Galletti: "Si stanno esaminando le criticità su tutto il territorio". Per Legambiente le politiche governative sono schizofreniche. Il no dei Medici per l'Ambiente

Roma, 4 mar. - (AdnKronos) - Da una parte ci sono gli imprenditori e dall'altra cittadini e amministrazioni locali. A distanza di due anni, fa ancora discutere il decreto, voluto dall'allora ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che consente l'utilizzo di Combustibili solidi secondari (Css) nei cementifici soggetti al regime dell’autorizzazione integrata ambientale.

Per i cementieri dell’Aitec (Associazione italiana tecnico economica cemento) il livello di applicazione della legge è ancora fermo a livello regionale. Tanto che ad oggi sono solo 300mila le tonnellate di combustibili alternativi utilizzati contro un potenziale di circa 1 milione e 300mila tonnellate, raggiungendo il 50% di sostituzione calorica. I problemi sono di natura burocratica (ci vogliono 6 anni per ottenere un'autorizzazione) e di consenso sociale.

Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, fa sapere che “da un anno è a lavoro il Comitato di vigilanza e controllo e presto verrà resa pubblica la relazione annuale. Si stanno esaminando, anche attraverso audizioni, le criticità su tutto il territorio per l'applicazione di questa norma, che discende da una direttiva europea” ed è largamente diffusa nel resto d'Europa.

Da Legambiente c'è l'ok ai Css nei cementifici dal punto di vista di impatto ambientale ma boccia il provvedimento se inserito come strategia nazionale di gestione dei rifiuti. Secondo Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente, il combinato del decreto Clini sui cementifici e dello 'Sblocca Italia', che apre alla possibilità di nuovi inceneritori, “è che c'è più spazio per il recupero energetico e questo non va bene perché il recupero energetico deve andare gradualmente in diminuzione parallelamente alla diminuzione della discarica”. La priorità europea è la riduzione dei rifiuti e il recupero della materia.

Superata l'opposizione della mondo degli inceneritori, secondo cui è possibile una collaborazione, nonostante le esigenze diverse di mercato, resta il no dei Medici per l’ambiente. I cementifici, spiega Agostino Di Ciaula, coordinatore comitato scientifico Isde Italia, "sono impianti industriali altamente inquinanti" e l''assomigliare' agli inceneritori non è un vantaggio: "per gli inquinanti gassosi i limiti di emissione dei cementifici sono da 2 a 9 volte maggiori rispetto a quelli degli inceneritori classici" mentre "per i microinquinanti (diossine e metalli pesanti) i limiti sono gli stessi". Questo vuol dire che i cementifici "inquinano molto di più".

4 marzo 2015 ADNKronos
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