Milano, 6 mag. (AdnKronos) - Valorizzare e difendere le produzioni agroalimentari italiane di qualità, tutelando produttori e consumatori. È l'obiettivo di un progetto presentato dal Consiglio nazionale delle ricerche a Expo 2015 nel corso dell'evento 'I prodotti tipici: una contraddizione o una speranza per l'agricoltura e il Made in Italy?' organizzato dal Dipartimento di scienze bio-agroalimentari (Disba-Cnr), a Cascina Triulza. "Le tipicità - spiega all'Adnkronos il presidente del Cnr Luigi Nicolais - sono come un certificato di garanzia del prodotto. Garantiscono qualità e caratteristiche di un prodotto, la sua la zona di origine, i caratteri organolettici. Tutti quei dati che danno al consumatore di comprare la certezza di avere sulla propria tavola un prodotto di alta qualità".
E proprio le materie prime di alta qualità, le tecniche di produzione all'avanguardia, e uno stretto legame con il territorio fanno dei prodotti tipici un'eccellenza apprezzata in tutto il mondo. Anche se non ancora al massimo delle potenzialità. Gli ultimi dati Istat disponibili, riferiti al 2013, evidenziano che il fatturato al consumo realizzato in Italia e all’estero dai 'prodotti italiani di qualità protetti dal riconoscimento comunitario', cioè i prodotti a marchio Dop e Igp, ha superato i 13 miliardi di euro, ma questi prodotti sono noti solo al 33% dei consumatori italiani. Ancora peggio in Europa, dove le indicazioni geografiche sono conosciute solo dal 14% dei consumatori.
L'evento organizzato dal Cnr va in questa direzione e punta a proporre tecnologie innovative per valorizzare e difendere questi prodotti, contrastando frodi e contraffazioni e al tempo stesso promuovendone la qualità. Un sistema in grado di tutelare tanto i produttori, quanto i consumatori.
L'obiettivo, sottolinea Nicolais, è di "avere un'Italia che produca sempre più prodotti di qualità perché la competitività, nel mondo, non è più basata sulla riduzione dei costi, ma sulla capacita di vendere un prodotto di alta qualità".
Due, in particolare, i temi attorno ai quali si è articolato il dibattito nel corso dell'incontro: il modello di sfruttamento della biodiversità e lo sviluppo di soluzioni innovative. "Con questo evento - afferma Andrea Scaloni, direttore Ispaam Cnr - abbiamo voluto riunire tutti gli stakeholder della filiera produttiva dei prodotti tipici Dop e Igp e spiegare come la ricerca scientifica possa giocare un ruolo fondamentale anche per queste produzioni". Nel caso delle Dop e Igp "si parla di circa 270 prodotti che per natura merceologica hanno caratteristiche profondamente diverse tra loro" e hanno dunque problematiche specifiche.
"Questi prodotti - continua Scaloni - che sono un vanto nazionale e hanno un forte riscontro economico nel Pil, sono un modello di sfruttamento della biodiversità e di impiego dei saperi tecnologici".
Un modello che, per Scaloni, potrebbe anche essere "esportato nei Paesi emergenti per il loro sviluppo economico e sociale". La ricerca scientifica "deve continuare a proporre metodologie innovative per difendere le produzioni tipiche nazionali". Perché conclude, "se vogliamo difendere queste produzioni sul mercato dobbiamo continuare questo processo e garantire quella qualità, sicurezza e tracciabilità che rappresentano un valore aggiunto"