Roma, 8 lug. - (AdnKronos) - "La rivoluzione agricola è già iniziata". Non ha dubbi Piero Gattoni, presidente del Cib, Consorzio italiano Biogas, intervenuto oggi all'incontro organizzato dal Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, "Spunti per una nuova Strategia energetica nazionale 2030-2050". Ed è una rivoluzione che va nella direzione della multifunzionalità.
L’impianto di produzione di biogas inteso come parte integrante dell’azienda agricola, è il fattore chiave alla base del modello di "Biogas Fatto Bene” da cui sta prendendo linfa un sostanziale cambiamento del modo di fare agricoltura secondo criteri innovativi e sostenibili. Un approccio di filiera integrata al fondo agricolo e incentrata sulla valorizzazione delle risorse locali e sulla restituzione della sostanza organica al suolo, può contribuire a rendere l’agricoltura strategica nella sfida al contenimento delle emissioni, in linea con i target della Cop21 di Parigi.
Proprio in occasione di Cop21, infatti, il ministero dell’Agricoltura francese ha lanciato l’iniziativa #4pour1000 volta a rimarcare l’importanza del suolo nell’ambito degli equilibri del ciclo carbonio. La capacità del suolo di incamerare carbonio sottoforma di sostanza organica, da un lato, ne aumenta la fertilità e la produttività, dall’altro, funge da stoccaggio dinamico del carbonio. Bisogna quindi gestire correttamente il suolo con pratiche virtuose attente alla conservazione della sostanza organica e della biodiversità negli anni.
Questi sono i punti in comune fra la proposta francese e il modello di "Biogasdoneright" che sta trovando sempre maggior consenso a livello europeo. L’impianto a biogas, infatti, se bene integrato in azienda agricola è lo strumento che permette la valorizzazione dei sottoprodotti vegetali e animali, dell’azienda stessa, delle colture d'integrazione e restituisce il digestato che è un ottimo concime organico .
Si può passare quindi a una intensificazione sostenibile dell'agricoltura che oltre a produrre per l'agroalimentare, grazie all'integrazione della digestione anaerobica, può chiudere il ciclo produttivo valorizzando i propri scarti, incrementando la fertilità dei suoli, producendo più colture per i diversi mercati (food, feed, energy), il tutto riducendo le emissioni del settore e stoccando Co2 nei terreni.
La rivoluzione agricola, quindi, è già iniziata e le esperienze fatte dai soci del Consorzio Italiano Biogas nelle loro aziende, sono la dimostrazione che c’è un modo nuovo e competitivo di fare agricoltura, capace di produrre al contempo eccellenze alimentari ed energia verde nel pieno rispetto dell’ambiente. Tutto questo è il valore aggiunto e il ritorno inaspettato che il supporto allo sviluppo del biogas sta creando direttamente sul territorio, grazie alla crescente consapevolezza degli agricoltori e alla maturità tecnologica raggiunta oggi dal settore.