Roma, 1 dic. - (AdnKronos) - Lo Champagne contro il surriscaldamento del pianeta. Mentre Parigi ospita la Cop 21 per raggiungere un accordo per la lotta ai cambiamenti climatici, la coltura più rappresentativa della Francia contribuisce allo sforzo internazionale attraverso il suo impegno pionieristico di viticoltura responsabile e sostenibile.
"Lo Champagne - afferma Vincent Perrin, direttore generale del Comité Champagne - ha tempestivamente preso coscienza dell'imperativo climatico, era nostro dovere agire d’anticipo". Il riscaldamento globale in Champagne è un dato di fatto: in 30 anni, le temperature sono aumentate di quasi 1,2 °C e le date della fioritura e della vendemmia sono anticipate di due settimane. Per contrastare questo fenomeno tutta la filiera dello Champagne si è mobilitata a partire dagli anni Ottanta per implementare soluzioni per la salvaguardia dell'ambiente (protocolli tecnici, strumenti, consulenza e supporto).
Nel 2003, la Champagne è stata la prima regione vinicola al mondo a calcolare la propria impronta carbonica e a stabilire un piano che ha identificato diversi azioni: viticoltura sostenibile, trasporto delle merci, efficienza energetica degli edifici, acquisti responsabili e partecipazione che hanno portato a soluzioni innovative, come la riduzione del 7% del peso della bottiglia di champagne.
E in 10 anni ha ridotto le sue emissioni di anidride carbonica del 15% per bottiglia spedita ed è uno dei pochi settori ad aver ridotto le sue emissioni in termini assoluti. Oggi, il 100% dei viticoltori della Champagne sono integrati in questo processo. Inoltre, l'iscrizione al Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'Unesco di 'Coteaux, Maisons e Caves della Champagne' incoraggia questi sforzi e dimostra la capacità del settore di preservare il suo patrimonio.