Sul fondo degli oceani si sono create, in migliaia di anni, formazioni costituite da minerali provenienti dal mantello terrestre. Sono vere e proprie torri, chiamate camini idrotermali, che a volte formano vere e proprie “città” a chilometri di profondità.
Autostrade fertilizzanti. Un gruppo di ricerca guidato da Mathieu Ardyna, che lavora alla Sorbona in Francia e all'università di Stanford, negli Stati Uniti, ha scoperto che questi camini idrotermali sono quasi "autostrade fertilizzanti".
In un articolo su Nature Communication Ardyna e il suo team spiegano come da questi fori sul fondo degli oceani escano infatti grandi quantità di minerali provenienti direttamente dal sottostante mantello terrestre: fenomeno che spiega alcuni particolari eventi che accadono negli oceani.
Alghe misteriose. Il gruppo di ricerca aveva già notato come, a circa 2.100 chilometri al largo dell'Antartide e a 2.300 chilometri dalle coste dell'Africa, si fossero verificate vere e proprie esplosioni delle popolazioni di alghe del plancton.
Dopo approfondite analisi delle acque oceaniche grazie a satelliti e boe con sensori per la clorofilla (la molecola fondamentale per la fotosintesi), il team era giunto alla conclusione che l'unica spiegazione possibile per le fioriture improvvise di alghe era la presenza, a circa 1.000 chilometri dai due fenomeni, di una serie di camini idrotermali che emettevano nuvole di minerali e, tra questi, il ferro, fondamentale per la crescita delle alghe fotosintetiche.
Ecologia dei poli. Nel loro studio i ricercatori spiegano che gli "sbuffi" di elementi e minerali che fuoriescono dai camini idrotermali vengono sparsi nelle acque degli oceani meridionali da potenti correnti che circondano il Circolo Polare Antartico.
Nelle giuste condizioni, quindi, queste nuvole di nutrienti, specie il ferro, agiscono da fertilizzanti e fanno letteralmente esplodere le popolazioni di alghe, innescando una rete alimentare che va dal fitoplancton agli animaletti dello zooplancton, fino ai pesci e alle balene.
Ogni fioritura dura poco più di un mese, ma è probabile che i meccanismi che le innescano siano più comuni nell'oceano globale rispetto a quanto gli scienziati abbiano mai sospettato.