Ecologia

Il doodle di oggi è sul cambiamento climatico: una minaccia per il Pianeta

Per la Giornata mondiale della Terra Google dedica il doodle al cambiamento climatico, una vera minaccia per la salute del nostro Pianeta.

Come ogni anno dal 1970 a questa parte, il 22 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale della Terra, dedicata all'ambiente e alla salvaguardia del nostro Pianeta. Per l'occasione Google ha dedicato il doodle di oggi al cambiamento climatico: un doodle interattivo, che grazie a una funzionalità di Google Earth introdotta nel 2021, consente di viaggiare nel tempo, e osservare (in timelapse) la trasformazione della Terra negli ultimi decenni.

La Giornata mondiale della Terra è in realtà di un'idea nata già negli anni Sessanta, proposta da ambientalisti e attivisti, sancita successivamente dalle Nazioni Unite. Perché proprio il 22 aprile? Si scelse di celebrare la Terra in questa data semplicemente perché cade un mese e un giorno dopo l'inizio della primavera dell'emisfero settentrionale.

CAUSE, RIMEDI E Opportunità. La Giornata mondiale della Terra è l'occasione per fare il punto sulla salute del Pianeta, su cambiamento climatico e inquinamento (dell'aria, dell'acqua e del suolo), sullo stato degli oceani e degli ecosistemi, ma anche per tracciare un bilancio sulle risorse energetiche non rinnovabili.

E secondo un documento pubblicato dal WWF ("Giornata mondiale della Terra 2022: un pianeta in bilico") la nostra povera Terra non se la passa benissimo: tre quarti della superficie terrestre non coperta da ghiaccio sono stati significativamente alterati, gran parte degli oceani è inquinata e oltre l'85% delle zone umide è andata perduta. Le specie attualmente minacciate di estinzione sul pianeta sono circa 1 milione. Il tasso di estinzione di specie animali e vegetali è 1.000 volte superiore a quello naturale.

Il prezzo dell'agricoltura. I dati dell'ultimo Living Planet Report (un indice che "fornisce una misura dei cambiamenti nella biodiversità") ci mostrano una significativa diminuzione della biodiversità: 68% è il calo medio delle popolazioni di vertebrati negli ultimi 50 anni. Circa il 25% delle 93.579 specie per le quali viene valutato lo status di conservazione (inserite nella Lista rossa IUCN), è al momento minacciato di estinzione. Le cause? Il fattore principale di rischio per la biodiversità è il cambiamento nell'utilizzo del suolo, in particolare la trasformazione di habitat incontaminati in sistemi agricoli: oggi l'agricoltura "occupa" il 40% della superficie terrestre, ed è alla base di quasi un quarto delle emissioni di gas serra.

A farne le spese sono soprattutto degli ecosistemi forestali, che ospitano l'80% della biodiversità terrestre: a partire dagli anni Duemila è andata persa una superficie forestale globale al ritmo di circa 10 milioni di ettari l'anno. In particolare, tra luglio 2020 e luglio 2021 la deforestazione in Amazzonia è aumentata del 22% rispetto all'anno precedente.

Animali e non solo. Ma le conseguenze non si limitano a una diminuzione della biodiversità e a una minaccia per tante specie vegetali e animali (leoni, elefanti, tigri, ma non solo: il 40% delle specie di insetti è infatti minacciato, inclusi molti impollinatori): un recente studio ha mostrato come almeno una parte della foresta Amazzonica – che per decenni ha svolto un ruolo decisivo al fine di assorbire anidride carbonica dall'atmosfera – stia addirittura emettendo più carbonio di quanto ne assorba, a causa della deforestazione e del cambiamento climatico, e la conseguente intensificazione stagione secca e degli incendi. Questo, si legge nel documento del WWF, finisce per provocare una riduzione della capacità di fotosintesi e un aumento della mortalità degli alberi e dunque delle emissioni. Si stima che in queste zone le emissioni di anidride carbonica superino l'assorbimento per una quantità pari a 1 miliardo di tonnellate l'anno.

L'aumento a livello globale dei "mega-incendi" (conseguenza di lunghi periodi di siccità) è ormai una costante degli ultimi anni, sia in America che in Europa (Grecia, Spagna, Italia), eppure uno dei più violenti incendi degli ultimi decenni è quello che ha colpito l'Australia nel 2019, che provocò la perdita di 8,5 milioni di ettari di foreste e (si stima) circa un miliardo di vertebrati.

Col ghiaccio non va meglio. E anche dove la superficie del Pianeta è ancora coperta da ghiaccio, le cose non vanno meglio. Un perfetto testimonial della drammaticità della situazione è la Groenlandia: secondo una ricerca pubblicata su Nature Communications3,5 miliardi di miliardi di tonnellate di calotta glaciale scioltisi nell'ultimo decennio hanno alzato il livello degli oceani di un centimetro e stanno aumentando i rischi di alluvioni in tutto il mondo.

La calotta glaciale in cima all'isola più grande del Pianeta contiene abbastanza acqua ghiacciata da sollevare gli oceani di circa sei metri. E vale la pena ricordare come negli ultimi 40 anni gli eventi durante i quali si è avuta una fusione estremamente veloce di alcuni ghiacciai siano diventati molto più frequenti. Secondo lo studio, il deflusso dell'acqua di fusione della Groenlandia è aumentato del 21 per cento negli ultimi quattro decenni e – prendendo in considerazione l'ultimo decennio – in sole due estati (2012 e 2019) è andato perso un terzo del ghiaccio totale.

22 aprile 2022 Roberto Graziosi
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