Ecologia

Cambiamenti climatici: tutti possiamo fare qualcosa

I cambiamenti climatici sono innegabili così come il ruolo delle attività umane nell’aumento delle temperature. Ma con le nostre scelte di consumo tutti possiamo contribuire a limitare i danni.

Il complesso di San Nicolò, a Spoleto, ha fatto da cornice alla tappa umbra di Panorama d’Italia.
Nel primo dei Grandi Incontri di Focus si è parlato di clima alla luce del passo indietro di Trump sugli accordi di Parigi.

La tavola rotonda è stata moderata dal direttore Jacopo Loredan e ha coinvolto Massimiliano Pasqui (ricercatore dell'istituto di Biometeorologia del Cnr), Stefania De Angelis (tenente colonnello dell’Aeronautica Militare), Luigi De Rocchi (responsabile area Studi e Ricerche del Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo), Bernardino Ragni (Zoologo dell'Università di Perugia e autore del libro Wildlife economy) e Giuseppe Ungherese (responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia).

Inutile negarli. L’incontro è stato aperto da Pasqui che, da scienziato, ha confermato come i cambiamenti climatici esistano davvero, impattino su tutti noi e siano, almeno in parte, riconducibili alle attività umane (min 09’30” del video qui sopra).


L’esistenza di questi eventi è confermata dal fatto che i modelli climatici attualmente utilizzati non riescono a prevedere correttamente l’evoluzione del clima quando viene esclusa la variabile antropica (min.13’00”).

Un’altra prova arriva dal settore agricolo (min. 14’10”). Le annate di raccolti particolarmente abbondanti non ci sono più e le conseguenze sul contesto socio economico mondiale sono notevoli: la variabilità delle produzioni aumenta e nelle persone diminuisce la certezza sul futuro.

L’accordo saltato. Luigi de Rocchi ha poi spiegato al pubblico in sala e collegato online che cos’è il COP 21, l’accordo sul clima sottoscritto a Parigi dai principali paesi e dai quali gli Stati Uniti si sono recentemente chiamati fuori (min 21’24”).

La scelta di Trump è pericolosa e discutibile: un aumento di “soli” 2° nelle temperature medie potrebbe avere effetti catastrofici sul clima mondiale (min 22’10”).


“I cambiamenti climatici hanno un costo”, afferma de Rocchi, “e se non facciamo nulla la natura prima o poi presenterà il conto”. (min 27’30”)

Progettare per il riciclo. L’esperto ha illustrato i vantaggi dell’economia circolare (min 30’00”), cioè della progettazione intelligente degli oggetti finalizzata al loro riciclo e riuso a fine vita, e ha spiegato come il Cobat sia all’avanguardia nella messa a punto di sistemi ad alta tecnologia per la gestione di rifiuti pericolosi come le grandi batterie al litio delle auto ibride ed elettriche (min 40’02”). Vedi anche video intervista a fine pagina.

Occhio alle scarpe. Ma i pericoli per l’ambiente si nascondono nei modi più impensati. Giuseppe Ungherese ha parlato dell’attività di Greenpeace nella lotta ai PFC, sostanze chimiche dannose per l’uomo e per l’ambiente portate nei laghi e sulla cima delle montagne dall’abbigliamento e dalle calzature degli escursionisti (min 44’35”).

Un’opportuna campagna di sensibilizzazione ha permesso a Greenpeace di ottenere da parte di molte aziende l’impegno per eliminare a breve questi materiali dal ciclo produttivo (min 48’20”).

Clima estremo. Il ten. de Angelis ha spiegato come i cambiamenti nel clima contribuiscano alla formazione di eventi meteorologici estremi e di come questi, negli ultimi 30 anni, siano aumentati soprattutto in alcune zone dell’Italia (min 57’28”).

EConomia selvaggia. L’evento è stato chiuso da Bernardino Ragni, che ha spiegato come un uso diverso delle risorse naturali sia possibile nel pieno rispetto del pianeta (1h10’00”).

E’ la proposta, un po’ provocatoria, della wild life economy: l’idea è quella di sostituire parte della produzione di carne d’allevamento con quella dei grandi ungulati selvatici che hanno ricominciato a prosperare in molte zone del pianeta.



Questi animali, spiega lo zoologo, sono una fonte di proteine di ottima qualità e insieme a un consumo più moderato di carne, possono rappresentare una risorsa alternativa e maggiormente sostenibile rispetto all’allevamento tradizionale, costoso ed inquinante.

La video intervista a Luigi De Rocchi di COBART

9 giugno 2017 Rebecca Mantovani
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