Le attività umane causano un aumento delle emissioni, le emissioni peggiorano l'effetto serra, l'effetto serra porta a un aumento delle temperature medie del pianeta, e l'aumento delle temperature medie… rovina le attività umane, per chiudere il cerchio. È un pattern che si ripete ovunque e non risparmia nulla e nessuno – neanche lo sport. In particolare certi sport intimamente legati al meteo, come dimostra uno studio pubblicato su Current Issues in Tourism che analizza uno degli effetti collaterali meno considerati (almeno per ora) del cambiamento climatico: i danni che causerà alle Olimpiadi invernali e agli sport che si praticano sulla neve.
Troppo caldo per lo sci. Lo studio è stato condotto da un'equipe internazionale, coordinata da Daniel Scott dell'Università di Waterloo, in Ontario. Non è un caso che lo studio parta dal Canada, che è una delle mete più famose al mondo per gli sport invernali, e che ha già ospitato in passato le Olimpiadi di categoria. Scott e il suo team hanno passato in rassegna i cambiamenti climatici che negli ultimi 100 anni hanno caratterizzato le 21 città sede delle Olimpiadi invernali; poi hanno confrontato questi dati con le proiezioni climatiche per il futuro, e provato a capire quali di queste città potrebbero ancora ospitare l'evento tra 30 anni e tra 60. I risultati sono sconfortanti: lo scenario peggiore, quello nel quale non riusciamo a ridurre le emissioni di gas serra e lasciamo che le temperature globali crescano al ritmo attuale, dice che entro il 2050 solo una di queste 21 città avrebbe ancora qualche speranza di poter organizzare un'Olimpiade.
Anche lo scenario migliore, nel quale riusciamo a ridurre le emissioni in ossequio agli accordi di Parigi, non è particolarmente positivo: solo 8 città su 21 potrebbero continuare a organizzare le Olimpiadi invernali. Lo studio è anche un modo per rendersi conto di quanto siano peggiorate rapidamente le cose in termini climatici: nelle edizioni dei Giochi invernali tenutisi tra il 1920 e il 1950, la temperatura media delle città ospitanti era di -0,4 °C, salita a 3,1 °C tra gli anni '60 e gli anni '90, fino ad arrivare ai 6,3 °C delle Olimpiadi tenutesi nel XXI secolo.
Non c'è più la neve di una volta. L'ulteriore previsto aumento delle temperature medie renderà ancora più difficile, quando non impossibile, organizzare questi eventi in sicurezza, e ne soffrirà in particolare l'Europa, che entro il 2050 potrebbe non avere più posto per ospitare le Olimpiadi invernali.
Un problema sentito anche da chi alle Olimpiadi partecipa: lo studio comprende anche un sondaggio svolto presso atleti e allenatori di sport invernali, il 94% dei quali si sono detti sicuri che i cambiamenti climatici avranno un forte impatto negativo sul loro lavoro.