Uno studio dell'Università di Padova ha indagato gli effetti dei cambiamenti climatici sulla cosiddetta agricoltura eroica - quella svolta in condizioni estreme rispetto alle pratiche tradizionali (per esempio lungo pendii ripidi e dove non è possibile utilizzare macchine) - e ha stimato che da qui a fine secolo, se le emissioni continueranno a salire ai ritmi attuali, i paesaggi agricoli in forte pendenza saranno quelli più danneggiati, in particolare a causa della siccità. «Rispetto alla media della superficie agricola globale, le aree agricole in forte pendenza sono significativamente più minacciate dai cambiamenti climatici», ha dichiarato Paolo Tarolli, uno degli autori della ricerca pubblicata su Nature Food.
I ricercatori hanno stimato come cambieranno le zone climatiche a fine secolo (2071-2100) sulla base dello scenario di emissione RCP8.5, che suppone che l'umanità continui a emettere gas a effetto serra al ritmo attuale, raggiungendo a fine secolo un forzante radiativo di 8,5 W/m2.
Coltivazioni in pendenza. Gli studiosi sono partiti da una mappa globale ad alta risoluzione dei paesaggi agricoli collinari e di montagna, per analizzare la distribuzione di questo particolare tipo di agricoltura nelle zone climatiche attuali e future. La maggior parte delle aree agricole in pendenza si concentra in Italia, Messico, Etiopia e Cina: tra gli esempi più conosciuti di coltivazioni eroiche vi sono le risaie Honghe Hani nello Yunnan cinese (patrimonio dell'umanità dal 2013), che producono 48 varietà di riso e sono gestite dalle minoranze Hani da oltre 1.300 anni, e le colline del Prosecco e del Soave (anch'esse patrimonio Unesco) in Italia.
Cambiamenti. Attualmente quasi la metà delle aree agricole in pendenza si trova in zone climatiche temperate, e quasi un terzo in zone fredde; globalmente solo il 27% delle coltivazioni in pendenza si trova in aree tropicali, aride o polari. Le proiezioni dello studio mostrano che tra ottant'anni la percentuale dei terreni agricoli di collina e montagna salirà al 27% (dal 17% attuale) nelle zone tropicali e al 16% (dal 9%) in quelle aride, mentre passeranno dal 28% al 13% nelle regioni fredde, e dal 46% al 44% in quelle temperate.
Siccità. «Le aree agricole in forte pendenza, spesso caratterizzate da un'alta specializzazione nella gestione dell'acqua derivante da antichi saperi tradizionali, saranno quelle maggiormente minacciate dal cambiamento climatico, soprattutto dalla siccità» conclude Tarolli, che sottolinea la necessità di adottare nuovi metodi che rendano queste coltivazioni più adattabili ai cambiamenti climatici, al fine di preservarne non solo il ruolo nella produzione alimentare, ma anche il valore storico e culturale.