Ecologia

Caffè: il 60% delle varietà selvatiche è a rischio estinzione

Cambiamenti climatici, parassiti e deforestazione minacciano di far scomparire nei prossimi decenni buona parte delle specie selvatiche della pianta. La ridotta biodiversità nuocerebbe anche alle piantagioni commerciali.

La maggior parte delle varietà selvatiche di caffè potrebbe andare definitivamente perduta nei prossimi decenni, a causa di un mix letale di cause di cui fanno parte deforestazione, cambiamenti climatici e parassitosi.

La sentenza che arriva da uno studio appena pubblicato su Science Advances getta un'ombra di preoccupazione anche sulle piantagioni commerciali, oggi dominate da due specie prevalenti: arabica (Coffea arabica) e robusta (Coffea canephora). La prima è sensibile alle alte temperature, la seconda all'aridità del suolo. Le 124 varietà di piante selvatiche del caffè potrebbero aiutare i coltivatori a potenziare la resistenza verso l'uno o l'altro tratto, ma con meno specie a disposizione, anche le opzioni per rafforzare arabica e robusta contro le condizioni ostili diminuirebbero.

Paziente raccolta. I ricercatori del Royal Botanic Gardens, Kew di Londra hanno impiegato due decenni per catalogare meticolosamente tutte le varietà selvatiche di caffè con la loro distribuzione, i rischi che corrono e le caratteristiche salienti come quantità di caffeina contenuta, resistenza alla siccità e ai parassiti. Dal confronto di questi dati con i criteri della lista IUCN (International Union for Conservation of Nature) è emerso che il 60% di queste specie, o 3 specie su 5, rischiano di scomparire nei prossimi decenni. Su 124, ben 75 sono minacciate di estinzione (e tra queste 13 sono gravemente minacciate).

Finte tutele. Il 72% delle specie selvatiche di caffè cresce in aree protette, tuttavia questi paletti sulla conservazione rimangono spesso soltanto "sulla carta", perché queste stesse zone non sono immuni da deforestazione e cambiamenti climatici. Mantenere la diversità genetica del caffè fuori dai suoi habitat naturale è difficile e molto costoso: rimangono le banche dei semi - a possedere le collezioni più complete ce ne sono quattro - ma sono soluzioni di emergenza, afflitte da una cronica carenza di fondi.

Non vizio, ma sussistenza. In Paesi come l'Etiopia, dove un quarto della popolazione vive delle attività legate al caffè, occorre trovare soluzioni con urgenza: una di quelle oggi sperimentate è la suddivisione delle foreste in cui crescono le varietà selvatiche in aree più piccole e facili da monitorare. L'onere di preservare le specie più a rischio non può spettare soltanto ai Paesi produttori. Se tutti beneficiano del caffè, tutti dovrebbero contribuire.

21 gennaio 2019 Elisabetta Intini
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