Ecologia

Lo strato di ozono stratosferico potrebbe rimarginarsi del tutto entro il 2060

Buone notizie dall'ultimo rapporto sul buco nell'ozono: si sta restringendo grazie al bando delle sostanze che lo erodono previsto dal Protocollo di Montreal. Gli accordi politici in tema ambientale, se ottemperati, servono.

Diplomazia e cooperazione internazionale possono portare a risultati importanti, se spese a favore dell'ambiente. In base all'ultima valutazione scientifica sull'impoverimento dell'ozono diffusa il 5 novembre dalle Nazioni Unite, il Protocollo di Montreal (1987) è risultato efficace nel portare all'abbandono quasi definitivo dei clorofluorocarburi o CFC - i gas refrigeranti più diffusi 30 anni fa, contenuti in aerosol, frigoriferi e impianti di aria condizionata, che erodono l'ozono nella stratosfera esponendoci ai pericolosi raggi ultravioletti.

In ripresa. Come risultato, i livelli di ozono nel secondo di cinque strati dell'atmosfera terrestre si sono ristabiliti a un ritmo stabile dell'1-3 per cento dal 2000. Se il recupero procederà come finora, nell'emisfero settentrionale e alle medie latitudini l'ozonosfera sarà completamente riparata entro il 2030, nell'emisfero australe entro il 2050 e nelle regioni polari, dove è più danneggiata, entro il 2060. Tutto questo, nonostante l'aumento di una particolare sostanza dannosa, il CFC-11, osservato dal 2012 (e la cui origine è stata localizzata in un'area industriale della Cina), che ha portato, tra il 2014 e il 2016, a un declino nelle concentrazioni globali di CFC un po' più lento (pari a due terzi della velocità) rispetto a quello osservato tra 2002 e 2012.

Il prossimo passo. Il rapporto conferma la reputazione di accordo multilaterale di successo da tempo attribuita al Protocollo di Montreal, anche se i risultati migliori per il clima globale si otterranno con l'emendamento che si discuterà a Kigali (in Ruanda) nel 2019. Questo nuovo accordo dovrebbe portare alla sostituzione degli idrofluorocarburi (HFC: le sostanze alternative ai CFC correntemente usate, più rispettose dell'ozono ma potentissimi gas serra) con alternative più sostenibili per l'ambiente entro la fine del secolo.

Se ci arriveremo, sarà un importante contributo alla sfida di mantenerci entro gli 1,5 °C di innalzamento delle temperature globali dall'era pre-industriale. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, questa mossa soltanto potrebbe aiutarci ad evitare fino allo 0,4% di global warming entro questo secolo.

8 novembre 2018 Elisabetta Intini
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