Roma, 14 lug. - (AdnKronos) - Al via il bando “Brains2South”, promosso dalla fondazione Con il Sud e rivolto a ricercatori italiani e stranieri che svolgono la propria attività all’estero o in Italia (al di fuori delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia). Obiettivo dell’iniziativa è “attrarre” giovani eccellenze nei centri di ricerca e nei dipartimenti universitari del Sud, nell’ottica di rafforzare i legami con il resto del mondo e come opportunità per sviluppare e potenziare carriere indipendenti.
Il bando sul capitale umano ad alta qualificazione, giunto alla quarta edizione, è pubblicato su www.fondazioneconilsud.it (scade il 7 ottobre 2015). A disposizione 3,5 milioni di euro per progetti innovativi di ricerca scientifica applicata, in campo tecnologico, energetico, manifatturiero, nanotecnologico, Ict, agroalimentare, biomedico, farmaceutico, diagnostico, nello studio e conservazione dei beni culturali o ambientali.
Come rilevato dal National Bureau of Economic Research, sono solo il 3% i ricercatori stranieri nel nostro Paese. Di contro, ben il 16% dei ricercatori italiani decide di proseguire la propria attività all’estero. Sono circa 700mila i laureati che in 10 anni, dal 2001 al 2011, hanno lasciato l’Italia (Indagine Editutto 2014).
Un fenomeno quello della “fuga dei cervelli” che penalizza soprattutto il Sud Italia. Infatti alla migrazione verso l’estero bisogna aggiungere quella interna al Paese. Nello stesso periodo 172mila laureati si sono trasferiti dal Sud al Nord Italia, registrando un trend crescente: se nel 2001 i laureati meridionali che emigravano erano il 10,7%, nel 2011 la percentuale è più che raddoppiata, raggiungendo il 25% (Svimez, 2013).
"Brains2South" cerca di invertire la tendenza. La novità del bando di quest’anno è che saranno direttamente i ricercatori a proporre progetti di ricerca applicata (anche di 4 anni), indicando una o più host institution in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia Sardegna, Sicilia presso cui potrebbero essere sviluppati. Il ricercatore assumerà il ruolo di “referente scientifico” e condurrà il progetto di ricerca sotto la propria responsabilità, senza il controllo di un supervisore.
L’ente ospitante potrà così potenziare e migliorare la qualità della ricerca interna. Oltre ai costi del ricercatore, il finanziamento della Fondazione coprirà anche quelli legati alla sua proposta di ricerca (come ad esempio, la strumentazione necessaria, le risorse umane di supporto, i materiali di consumo).
Sarà valutato positivamente il coinvolgimento di altri enti di ricerca (inclusi Parchi tecnologici e scientifici, Distretti tecnologici e Università, italiani e stranieri), del mondo del volontariato, del terzo settore e di quello economico, della scuola, delle istituzioni. Nel percorso di valutazione, inoltre, si terrà conto di aspetti tra cui il possibile trasferimento tecnologico e di buone prassi in ambito socio-economico e un piano di comunicazione efficace per la promozione della ricerca.