Ecologia

Boom dei brevetti green, e Milano è la culla delle idee innovative

E’ quanto emerge dal rapporto 2014 dell’Osservatorio Unioncamere Brevetti, Marchi e Design, che mette a fuoco gli strumenti utilizzati per la tutela della proprietà industriale in ambito comunitario.

Roma, 23 dic. - (AdnKronos) - E’ Milano a guidare la classifica italiana della produzione di idee innovative. Soltanto alla capitale meneghina si devono il 16% dei brevetti e il 18,4% dei marchi depositati dal Belpaese in Europa nell’ultimo decennio, ma anche il 15% dei disegni comunitari depositati nello scorso quinquennio. E’ quanto emerge dal rapporto 2014 dell’Osservatorio Unioncamere Brevetti, Marchi e Design, che mette a fuoco gli strumenti utilizzati per la tutela della proprietà industriale in ambito comunitario.

A far correre la fantasia dei geni italici sono soprattutto le tecnologie verdi, a cui si riconducono 2.118 brevetti. Questi ultimi rappresentano solo il 5,3% delle 40,2 mila domande italiane brevettuali pubblicate nell’ultimo decennio dall’European Patent Office (Epo), ma avanzano a passo sostenuto, con un ritmo superiore al 6% l’anno.

Per tutelare i settori tipici del made in Italy, però, l’ingegno italiano punta soprattutto sui disegni e sui marchi comunitari, trovando al Nord la principale fonte di ispirazione: tra il 2009 e il 2013 dal Nord Est proviene infatti ben il 43% delle quasi 97,5 mila domande italiane di disegni depositati all’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (Uami), mentre dal Nord Ovest viene il 40% dei circa 60,8 mila marchi comunitari depositati sempre presso lo Uami tra il 2004 e il 2013.

“L’obiettivo di questo lavoro – spiega il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – è quello di offrire alle istituzioni, alle stesse imprese e all’opinione pubblica del Paese strumenti più efficaci di analisi delle strategie di innovazione tecnologica e di differenziazione del prodotto praticate dalle aziende e dai gruppi italiani. Un know how che può rivelarsi prezioso per aiutare soprattutto quelle piccole e piccolissime imprese, che costituiscono la spina dorsale del nostro Paese, a fare un salto di qualità recuperando competitività sui mercati globali”.

La culla dell’innovazione si trova presso le imprese italiane, alle quali si devono l’85% delle domande di brevetto pubblicate dall’Epo, l’88% dei marchi comunitari depositati presso l’Uami tra il 2004 e il 2013, e il 93% delle domande di design comunitario depositate tra il 2009 e il 2013.

E’ in diminuzione il numero delle aziende che hanno sviluppato almeno un brevetto europeo (circa 6mila), restano stabili le imprese che hanno depositato almeno un disegno comunitario (circa 4mila), mentre sono in forte crescita quelle che ricorrono alla protezione dei prodotti e dei servizi registrando un marchio comunitario (oltre 14mila)

Sono circa 40,2 mila le invenzione tecniche realizzate dall’Italia protette con un brevetto europeo tra il 2004 e il 2013, ma esse segnano una caduta media annua dello 0,5%.

A livello provinciale, la palma d’oro dell’innovazione spetta a Milano, con una quota del 16% dei brevetti italiani complessivi pubblicati all’Epo, seguita da Torino (7,5%) e da Bologna (6,3%).

Sul piano regionale la Lombardia occupa il primo posto con il 32,9%, l’Emilia-Romagna il secondo con il 16,3% e il Veneto il terzo con il 12,1%, a conferma che sono questi i sistemi produttivi caratterizzati dall’impiego diffuso di impianti e tecnologie di medio-alto livello.

Le green technologies, invece, tirano la volata con un tasso di crescita medio annuo del 6,3% (dell’1,1% nel periodo 2009-2013). Sono principalmente quelle che riguardano la produzione di energia da fonti rinnovabili, la gestione dell’inquinamento, l’efficienza energetica, i problemi dei trasporti e della mobilità sostenibile a essere al centro di questa “onda” verde.

Alla manifattura avanzata è riconducibile oltre il 73% delle tecnologie abilitanti (le cosiddette Ket) che, con quasi 8mila domande depositate nel decennio considerato, rappresentano il 20% dei brevetti italiani pubblicati dall’Epo; inoltre, nel 2009-2013 le Ket sono aumentate a un tasso medio annuo dell’1%, a fronte di una parallela caduta del 3% circa per l’insieme di tutte le tecnologie considerate.

Tra il 2009 e il 2013 sono stati 97,5 mila i nuovi disegni comunitari depositati allo Uami, con un andamento pressoché stabile (-0,1%). I prodotti per i quali si registra un maggior ricorso alla protezione del design appartengono prevalentemente ai settori “tradizionali” del made in Italy: la casa, l’arredamento, la moda, l’illuminotecnica e il packaging.

A livello provinciale Milano è anche la provincia capitale del design, con il 15% delle domande italiane depositate in Europa, seguita da Treviso (6,6%) e Udine (5,5%). A livello regionale, la Lombardia guida sempre la classifica con il 27,0% delle domande del quinquennio, segue il Veneto con il 18,1% delle stesse, e poi l’Emilia-Romagna con l’11,8%.

Sono sempre più numerose le aziende che ricorrono ai marchi comunitari per tutelare le proprie produzioni, in particolare quelle relative all’abbigliamento e alle calzature (18,6%), alla lavorazione del cuoio e della pelletteria (12,1%). Nell’ultimo decennio i segni distintivi di impresa protetti con un marchio comunitario sono risultati 60,8 mila, con un tasso di crescita medio annuo del 4,8%. Il maggior contributo in termini quantitativi è dato dalle regioni del Nord-Ovest, che incidono per il 40% sul totale.

Se la capitale meneghina continua ad essere in testa alla classifica italiana dei marchi depositati nel decennio considerato (18,4%), è la provincia di Roma che occupare la seconda posizione (7,1%), seguita da quella di Bologna (3,7%). A livello regionale, come nel caso dei depositi di disegni e modelli industrali, si confermano al primo posto la Lombardia con il 30,7%, al secondo posto il Veneto (15,3%) e al terzo l’Emilia-Romagna (13,0%).

23 dicembre 2014 ADNKronos
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