Per la prima volta una macchina a basso impatto ambientale in pista con altri bolidi da corsa.
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340 chilometri all'ora e basse emissioni. Così si presenta la Nasamax DM139 Judd V10 che corre la 24 ore di Le Mans. Foto: © Team Nasamax |
La macchina della Nasamax è nata dopo un anno di intenso lavoro sul suo motore, per riuscire a trovare la soluzione più idonea per avere un auto ecologica ma anche competitiva.
Mi fa il pieno? Il problema più grande da affrontare era, infatti, la differenza tecnica tra la benzina normale e l'etanolo: quest'ultimo ha una densità energetica inferiore di un terzo e come tale bisogna inserirne nel serbatoio una quantità nettamente superiore per ottenere la stessa resa. Per utilizzare l'etanolo è stato dunque necessario modificare alcune parti del motore, in particolare quelle relative al sistema di distribuzione del carburante, aggiungendo nuovi condotti per il combustibile e pompe più potenti. Queste ultime si sono rese necessarie per aumentare l'afflusso del combustibile in modo da ottenere la stessa energia della benzina normale.
I test fatti hanno dimostrato la buona resa del progetto (l'auto riesce a raggiungere i 340 km/h), anche se tutti restano in attesa della gara vera e propria.
L'altra faccia della medaglia. Comunque anche l'etanolo ha i suoi lati negativi. Convertire tutte le automobili del mondo a questo sistema di alimentazione sarebbe irrealistico: la quantità di piantagioni necessarie per produrre l'etanolo sarebbe impressionante. Per esempio, per produrre una tonnellata di etanolo ne sono necessarie tre di frumento. E peraltro, la produzione di una simile biomassa richiederebbe comunque più energia e fertilizzanti inquinanti.
Ciononostante alcuni paesi (come il Brasile e la Svezia) già si stanno attivando per favorire auto che utilizzano tale energia alternativa.
(Notizia aggiornata al 11 giugno 2004)