Ecologia

Attenti all'etichetta, Cotton Usa certifica la fibra etica e eco-friendly /Foto

Negli Stati Uniti i coltivatori di cotone sottostanno alle leggi ambientali più severe al mondo

Roma, 12 giu. - (AdnKronos) - Il 63% degli italiani si preoccupa del contenuto di fibra dei capi che acquista e il 77% controlla sempre l’etichetta, o la maggior parte delle volte, per verificare la composizione dei capi. Inoltre, il 50% ritiene gli abiti di qualità migliore se realizzati in fibre naturali al 100% e il 70% preferisce indossare capi in cotone o misto cotone. E' quanto emerge dall’ultima ricerca di Global Lifestyle Monitor. Ma se il cotone è tra le fibre preferite dai consumatori, è sempre sostenibile? (Foto)

"Il cotone non è automaticamente prodotto in modo sostenibile, la produzione sostenibile di cotone richiede molto lavoro", spiega all'Adnkronos Allen A. Terhaar, Senior Advisor di Cotton Council International (Cci), l'organizzazione no-profit per la promozione del cotone americano nel mondo, fondata nel 1956 come estensione internazionale del National Cotton Council of America. "Negli Stati Uniti i coltivatori di cotone devono rispettare le leggi ambientali più severe al mondo, devono produrre in modo sostenibile e allo stesso tempo lo fanno con molto impegno in quanto si preoccupano delle terre su cui vivono insieme alle proprie famiglie", aggiunge Allen A. Terhaar.

Dall'abbigliamento ai tessili per la casa, per il consumatore è quindi importante conoscere cosa si nasconde dietro l'etichetta: fibra, sì, ma anche un processo sul quale è bene essere informati. In particolare, l’etichetta "Cotton Usa", che contraddistingue i prodotti tessili ad elevato contenuto di cotone americano (quindi un elevato standard di purezza, qualità e responsabilità), viene concessa da Cci a titolo gratuito ad aziende licenziatarie che producono capi in cotone, realizzati con almeno il 93% di cotone, di cui per lo meno il 50% cotone americano.

Cotton Usa certifica quindi un prodotto naturale privo di contaminazioni con un'impronta ecologica ridotta al minimo ed etico perché prodotto senza sfruttamento di persone o in modo non accettabile socialmente. "A bbiamo leggi molto stringenti per quanto riguarda il trattamento dei lavoratori ed esistono molti controlli per verificare che la manodopera venga trattata in modo appropriato", sottolinea Allen A. Terhaar.

Coltivato impiegando 12mila persone in 17 Stati americani, dalla Virginia alla California, per un totale di oltre 12 milioni di acri, dalle coltivazioni totali i coltivatori americani raccolgono circa 15 milioni di balle o 7,3 miliardi di libbre di cotone. Ma non rischia di entrare in conflitto con le colture destinate alla produzione alimentare? "Il cotone è anche un prodotto alimentare - spiega Terhaar - Il seme viene lavorato per la produzione di olio di semi di cotone, molto utilizzato in cucina, e uno dei sottoprodotti diventa parte del mangime di animali".

Nell’industria del cotone americano ci sono diverse ricerche per aumentare l’utilizzo alimentare dei semi di cotone. "Nel momento in cui sarà disponibile una tecnologia in grado di raggiungere questi obiettivi, gli Usa la condivideranno con il resto del mondo", aggiunge.

Il seme di cotone contiene il gossipolo, che limita la quantità di seme che può essere consumata direttamente dall’uomo o dagli animali, questo è il modo in cui la pianta si protegge. "Esistono attualmente nuovi tipi di cotone in sviluppo, che permetteranno di eliminare il gossipolo dal seme di cotone. Questo sarà particolarmente interessante per i paesi in via di sviluppo, dove il seme di cotone potrà essere usato direttamente come ingrediente dai coltivatori". Infine, "il cotone inoltre è complementare ad altre colture alimentari come soia, mais e grano", conclude Terhaar.

Altro mito da sfatare, il fatto che il cotone sia una coltura che fa un uso intensivo di acqua è un mito: si tratta di una coltura desertica e richiede meno acqua di altri coltivazioni, come il mais. Viene quindi coltivato in zone desertiche, perché utilizza poca acqua per produrre grandi quantità di prodotto.

Negli ultimi anni sono numerose le aziende italiane che hanno scelto di realizzare collezioni in cotone americano, identificate chiaramente dall’etichetta Cotton Usa: Original Marines, Zucchi, Bassetti, NK Home, Cogal. In Italia i capi a marchio Cotton Usa sono stati circa 9,9 milioni nel 2014. Tra le altre aziende che all’estero hanno scelto Cotton Usa ci sono Fruit of the Loom, Marks & Spencer, Betten Rid, Christy, Vf, Quiksilver, Brooks Brothers, Under Armour, Esquel e altre ancora.

12 giugno 2015 ADNKronos
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