Anche se la maggior parte dei paleontologi ritiene molto probabile che l’estinzione dei dinosauri sia avvenuta in seguito alla caduta di un meteorite, non è chiaro cosa possa essere successo nei giorni successivi all'evento. Uno studio condotto da fisici dell’atmosfera statunitensi aiuta a interpretare lo scenario di quel tempo, anche se si tratta solo di un modello.
Secondo i ricercatori, la caduta del meteorite di circa 66 milioni di anni fa ha provocato immensi incendi globali della vegetazione, con la generazione di circa 15.000 teragrammi (15 miliardi di tonnellate) di cenere. Lo studio è stato pubblicato su Proceedings of the national academy of sciences (qui l'abstract, in inglese).
Cieli neri. Questa immensa quantità di materiale bruciato si è alzata nell’atmosfera e ha avuto effetti su tutto il pianeta. Per esempio, ha bloccato la radiazione solare, abbassando la temperatura della Terra di 28 °C, e quella degli oceani di 11 °C. Nell’alta atmosfera la cenere si è legata all’acqua e ha provocata l’assottigliamento dello strato di ozono (fino alla sua scomparsa): in seguito a ciò, le radiazioni ultraviolette hanno colpito la terra con una potenza fino a quel momento sconosciuta, dalla nascita della vita in poi.
Con il mantello di cenere a coprire il Sole, la fotosintesi è stata impossibile e la vita vegetale si è bloccata per oltre un anno e mezzo. Anche le specie animali che dipendevano dai vegetali (in pratica, tutti gli animali) furono colpiti dal blocco della fotosintesi: gli erbivori non avevano più cibo, e con la loro scomparsa si estinsero anche i carnivori.
Lo stesso accadde per la biomassa del fitoplancton oceanico, portando al collasso anche la catena alimentare degli oceani.
Lenta rinascita. Il ritorno alla normalità avvenne, secondo questo modello, in un periodo non inferiore a una decina di anni, con lunghe piogge che lavarono l’atmosfera. Gli animali e le piante che resistettero all’evento furono le specie più piccole, che potevano resistere a lunghi periodi di digiuno attraverso l’ibernazione o perché avevano un metabolismo piuttosto lento.
È per questo che le specie più grosse e appariscenti, come i dinosauri (esclusi alcuni uccelli), scampati agli effetti più diretti dell'impatto del meteorite non riuscirono però a sopravvivere all’enorme sconvolgimento dell’ecologia del pianeta.