Auto a idrogeno, ad aria compressa, alimentate da rifiuti e senza emissioni di inquinanti. Se ne parla da anni, ma si tratta ancora di prototipi. In attesa della loro commercializzazione, ancora lontana, ecco il punto della situazione sulle auto ecologiche e le tecnologie a disposizione per inquinare di meno. E in più, una fotogallery con i prototipi più curiosi e innovativi.
![]() |
||
Le vetture a emissioni zero, in grado cioè di non inquinare, come quelle a idrogeno, sono ancora lontane dai concessionari. |
Giovanni Invernizzi, ricercatore dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha compiuto un curioso esperimento. Recatosi a Chiavenna (SO), un paesino sulle Alpi dove l'inquinamento è molto basso, ha chiuso in un garage una macchina diesel di ultima generazione, l'ha lasciata accesa per 30 minuti e ha analizzato la qualità dell'aria. Poi ha ripetuto la stessa prova, dopo aver fatto aerare il locale per 4 ore, fumando tre sigarette in 30 minuti. Risultato: un motore diesel emette 10 volte meno polveri sottili (le particelle più dannose) di 3 sigarette.
Sigarette e macchine col filtro.
Colpa delle sigarette o merito dei nuovi motori e delle tecnologie per limitare l'inquinamento? Probabilmente tutte e due le cose. La ricerca di Invernizzi, ovviamente, era studiata per dimostrare i danni delle sigarette. Ma mette anche in luce gli sforzi dell'industria automobilistica e l'importanza di avere macchine sempre meno inquinanti. Che il petrolio non possa essere il pilastro energetico e il combustibile per i trasporti del futuro era già chiaro: disponibilità limitata della materia prima e impatto critico sui gas serra nell'atmosfera, sono motivi sufficienti a cercare altrove una fonte d'energia.
(H)entusiasmo eccessivo
L'idrogeno sembra la soluzione ideale, ma gli ultimi studi gettano acqua sul fuoco dei facili entusiasmi: l'avventura dei motori a idrogeno su scala industriale è tanto incerta quanto lunga.
Il futuro si preannuncia ricco di novità (vedi fotogallery), ma nel frattempo le case automobilistiche stanno studiando soluzioni temporanee per limitare l'inquinamento, dai diesel “puliti” alle macchine ibride.
Auto a idrogeno, ad aria compressa, alimentate da rifiuti e senza emissioni di inquinanti. Se ne parla da anni, ma si tratta ancora di prototipi. In attesa della loro commercializzazione, ancora lontana, ecco il punto della situazione sulle auto ecologiche e le tecnologie a disposizione per inquinare di meno. E in più, una fotogallery con i prototipi più curiosi e innovativi.
Code, semafori, ingorghi. Quante emissioni di gas nocivi sono prodotte da soste più o meno forzate? Per limitarle il gruppo Peugeot-Citroen ha sviluppato il sistema "Stop & Start". Il motore si spegne da solo quando la vettura si ferma, per esempio al semaforo, per rimettersi istantaneamente in moto al minimo tocco dell'acceleratore. |
Una premessa necessaria.
La nostra economia è basata sui combustibili fossili che producono anidride carbonica (CO2), il più importante dei gas serra che stanno riscaldando la Terra. Con la firma del protocollo di Kyoto da parte della Russia (la notizia risale al 1 ottobre 2004 e si attende la ratifica del parlamento russo), l'accordo che mira a ridurre le emissioni dei 6 principali gas serra entrerà in vigore e sarà vincolante. I Paesi firmatari si impegneranno a ridurre dal 2008 ed entro il 2012 l'emissione dei gas più dannosi secondo percentuali specifiche (l'Italia, per esempio, del 6,5 per cento rispetto ai livelli del 1990).
Utile ma insufficiente
Secondo gli esperti, però, gli effetti sul nostro pianeta saranno trascurabili: Australia e Stati Uniti (che da soli producono il 25 per cento di gas serra) non hanno firmato l'accordo, mentre per i Paesi in via di Sviluppo, con la Cina in prima fila, il protocollo non è vincolante.
Il contributo delle automobili e del trasporto all'effetto serra è minimo (20 per cento secondo alcuni studi) rispetto ad altri inquinanti, ma nel futuro il numero dei veicoli è destinato a crescere. E con loro anche le emissioni di CO2 e di altri gas inquinanti nocivi per chi vive nei grandi agglomerati urbani.
Come correre al riparo? Ecco cosa hanno inventato gli scienziati delle industrie automobilistiche.
Auto a idrogeno, ad aria compressa, alimentate da rifiuti e senza emissioni di inquinanti. Se ne parla da anni, ma si tratta ancora di prototipi. In attesa della loro commercializzazione, ancora lontana, ecco il punto della situazione sulle auto ecologiche e le tecnologie a disposizione per inquinare di meno. E in più, una fotogallery con i prototipi più curiosi e innovativi.
![]() | ||
Trappola per la polvere: un filtro antiparticolato (FAP). Trattiene le polveri sottili più dannose. Come tutti i filtri deve essere pulito. Per questo ci pensa da solo: un software, in base alle condizioni e al tipo di guida, capisce quando è il momento giusto e dà il via a un processo di rigenerazione, bruciando il particolato accumulato. Soltanto dopo circa 120 mila chilometri deve essere completamente cambiato. |
Di fronte all'allarme inquinamento, le industrie automobilistiche hanno moltiplicato gli sforzi per limitare i danni. La benzina è il carburante più utilizzato e il passaggio a quella senza piombo ha permesso di ridurre apprezzabilmente le emissioni di monossido di carbonio (CO) e gli ossidi di azoto (NOx), formaldeide e gli IPA (gli idrocarburi polinuceici aromatici, composti peraltro cancerogeni). Ma con questo tipo di motori il catalizzatore della marmitta inizia a funzionare soltanto quando è caldo. Di solito passano alcuni minuti, una decina circa, prima che il catalizzatore inizi a svolgere il suo lavoro. Se si considera che in città molti spostamenti automobilistici non sono più lunghi di pochi chilometri (e relativamente pochi minuti), è plausibile ritenere che la maggior parte delle volte i catalizzatori non entrino neppure in azione.
Elettronica per non inquinare.
L'arrivo dei nuovi diesel ha notevolmente limitato l'impatto inquinante di questi motori, già di per se più avari di emissioni di CO2. Le iniezioni comandate da sofisticati meccanismi elettronici hanno permesso di ridurre l'emissione di Nox, ma la vera rivoluzione è stata portata da nuovi filtri composti di carburo di silicio, integrati con la marmitta catalitica e in grado di abbattere le emissioni di polveri sottili, come indirettamente hanno evidenziato le ricerche di Invernizzi.
Diesel col filtro.
Si chiamano FAP (Filtri antiparticolato) e sono stati sviluppati inizialmente dalla francese Peugeot e poi "copiati" dalle altre case automobilistiche. Le polveri più sottili (le PM 10 e PM 2,5) e più dannose vengono catturate dal FAP e in seguito bruciate, cooperando in parte alla rigenerazione del filtro stesso. C'è già chi li ha ribattezzati i diesel puliti. Di certo sono tra le automobili con il minor impatto ambientali in termini di emissioni di CO2 e particolato.
Per risparmiare e inquinare di conseguenza meno, è stato anche inventato un sistema per mettere in stand by il motore quando la macchina è ferma. L'idea non è nuova (negli anni Ottanta era stata studiata anche dalla Fiat), ma soltanto ora grazie ai progressi nell'elettronica è stata riproposta. Appena entrato in commercio su alcune vetture, promette un risparmio (e una riduzione delle emissioni di CO2) del 6 per cento su percorsi misti, del 10 in città e addirittura del 15 in caso di ingorghi.
Come funziona?
Durante la frenata per fermare il veicolo, il motore si mette in "stand by" poco prima dell'arresto completo (velocità inferiore ai 6 km/h). Fino a quando si tiene premuto il pedale del freno, anche con una pressione leggera, il motore rimane in stand by; basta alzare il piede e riparte automaticamente e istantaneamente.
Auto a idrogeno, ad aria compressa, alimentate da rifiuti e senza emissioni di inquinanti. Se ne parla da anni, ma si tratta ancora di prototipi. In attesa della loro commercializzazione, ancora lontana, ecco il punto della situazione sulle auto ecologiche e le tecnologie a disposizione per inquinare di meno. E in più, una fotogallery con i prototipi più curiosi e innovativi.
![]() |
||
La macchina a zero emissioni non è ancora arrivata. |
Oltreoceano spazio agli ibridi
Mentre in Europa l'attaccamento a benzina e diesel (per quanto meno inquinanti del passato) è radicato, in Giappone e Stati Uniti si è già da tempo percorsa la strada delle automobili ibride, alimentate cioè da benzina ed elettricità, che presentano sulla carta un doppio vantaggio: inquinamento contenuto e consumi molto bassi.
La tendenza odierna è quella di abbinare un motore a combustione (di solito benzina) con uno elettrico. L'accoppiamento dei due sistemi può avvenire in tre modi: nel primo caso i due motori sono completamente autonomi e funzionano uno in alternativa all'altro. Nel secondo caso il motore a scoppio viaggia a un numero di giri costanti (per limitare consumi e inquinamento) e ricarica le batterie del motore elettrico che muove l'automobile. Il terzo sistema, oggi più utilizzato, prevede che il motore a benzina non soltanto ricarica le batterie, ma può anche muovere la vettura se quello elettrico per esempio non ce la fa.
Risparmio reale?
Le ibride consumano circa la metà delle corrispondenti vetture a scoppio e le vendite sono aumentate considerevolmente negli ultimi mesi. Ma il risparmio ha il suo prezzo: le ibride costano tra i 3000 e i 3500 euro più delle rispettive macchine equivalenti. Macinando 24 mila km all'anno, ci vogliono da 6 a 7 anni per ammortizzare l'extra spesa. Inoltre c'è chi punta il dito contro i consumi contenuti. Veri o falsi? Secondo una ormai popolata community di guidatori delusi, le vetture ibride consumano più di quanto previsto. Colpa degli stili di guida e del tipo di percorso. Ad ogni modo, però, sono pur sempre più ecologiche e convenienti dei modelli a benzina.