La nuova stagione degli uragani potrebbe riservare delle sorprese. La causa? Il bambinello, il fenomeno meteorologico che si verifica periodicamente circa ogni cinque anni nel Pacifico e che influenza il clima globale.
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In rosso le aree oceaniche interessate dal fenomeno. |
Buone notizie per Florida e Texas, le regioni più soggette alla furia degli uragani: quest'anno probabilmente saranno colpite in modo più lieve. Sono infatti previsti solo da uno a tre uragani di maggiore intensità, ovvero in grado di distruggere case e strutture. Le cause dell'indebolimento degli uragani atlantici, secondo gli esperti, vanno cercate nel Pacifico: tutto dipenderebbe infatti dalla nuova fase di crescita di El Niño, un fenomeno meteorologico che si verifica periodicamente circa ogni cinque anni. L'ultima fase di attività è avvenuta nel 1997-98 e ha portato violente piogge nelle regioni centroamericane.
Sintomi ed effetti.
I sintomi più evidenti della presenza di El Niño sono un incremento delle temperature superficiali del mare (+ 1 grado centigrado) nell'area equatoriale pacifica compresa tra 170 gradi est e 120 ovest, e una diminuzione della forza dei venti dominanti provenienti da est, lungo l'equatore. Gli effetti: condizioni climatiche più asciutte nella regione indonesiana e nell'Australia orientale, condizioni di maggior umidità e piovosità nel sud est del continente sudamericano. La presenza di El Niño però influenza profondamente tutta la circolazione atmosferica del pianeta, comprese le correnti aeree di alta quota presenti nell'area in cui si formano gli uragani atlantici.
Che tempo farà?
Le statistiche purtroppo contraddicono il carattere rassicurante delle previsioni: in passato si è visto che in realtà è preferibile un numero più alto di uragani, che di solito hanno anche minore forza. I più devastanti, tra i quali Andrew nel 1992, sono infatti capitati in anni di bassa attività generale.
(Notizia aggiornata al 18 settembre 2002)