Roma, 1 set. - (AdnKronos) - "Dobbiamo chiudere il capitolo delle ideologie che si scontrano e coinvolgere la caccia nella gestione del patrimonio territoriale italiano". Così all'Adnkronos il presidente nazionale di Arci Caccia, Osvaldo Veneziano, risponde alle polemiche sorte a causa della preapertura della stagione venatoria in alcune regioni. In Toscana, Umbria e Lazio si tornerà a cacciare da mercoledì 2 settembre, in anticipo di 18 giorni rispetto alla data regolare della terza domenica del mese. "Non è una novità, è dal 1992 che succede ogni anno - ribatte Veneziano - la legge 1952 disciplina questa apertura, che riguarda soltanto alcune specie e situazioni precise. Il bracconaggio è un altro discorso, un estremismo che noi stessi condanniamo."
Se l'Ente nazionale protezione animali e la Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente puntano il dito contro il rischio di danneggiare il territorio e i cuccioli, che si troverebbero senza genitori prima del previsto, Veneziano risponde: "Sono disinteressato alle polemiche sterili, basate su idee infondate e falsi miti: i nostri comportamenti sono regolamentati dalla legge".
Veneziano ammette che possono esserci stati errori in passato, in primis quello di associare la caccia a un puro scopo ludico, ma aggiunge: "ora le cose stanno cambiando: collaboriamo con l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con diverse università, con Legambiente. Tutto per valorizzare la carne della fauna selvatica come un alimento sano, con poco colesterolo, che dovrebbe essere inserito nella dieta mediterranea e protetto come altri tipi di carne, ad esempio la Chianina. Ne stiamo valutando l'aspetto economico, vogliamo che la caccia diventi una risorsa per l'Italia. Perché è un'attività parte organica della tutela della fauna selvatica, mantiene l'equilibrio tra le specie".