Roma, 22 set. - (AdnKronos) - Si chiama Yoroom ed è uno spazio di lavoro condiviso, un coworking, ma con un requisito in più: è socialmente sostenibile. Ha lo stato giuridico di società Benefit, una società cioè che fornisce un contributo allo sviluppo, all’ambiente e al sociale e che, soprattutto, per sottolineare la sua mission ospiterà gratuitamente un’organizzazione che si occupa di migrazione e rifugiati. Lo spazio che è stato allestito all’ interno di un ex opificio secondo i canoni dell’architettura sostenibile viene inaugurato a Milano nel quartiere Isola e tra i suoi “sponsor” si trovano Human Foundation, Nativa, Ashoka, Cooperacy.
La geografia dei coworking, nati a San Francisco nel 2005, vede una predominanza del nord Italia con 190, seguita dal Centro con 90 ed infine dal sud con 40. Ciò che differenzia Yoroom dagli altri coworking è la volontà di costruire una comunità socialmente responsabile. Si tratta, in sostanza, di uno spazio coworking che vuol essere un luogo di crescita professionale, di generazione di opportunità e impresa a supporto di nuovi progetti imprenditoriali.
A breve verrà lanciata una call per talenti, progetti e imprese under 35 (YO-Young Organizations) con postazioni di lavoro gratuite, supporto economico e possibilità di accedere a finanziamenti. Il bando selezionerà e promuoverà la nascita di start-up in ambiti diversi, ma ispirate a modelli imprenditoriali responsabili sul piano sociale, ambientale e culturale. Yoroom quindi ospiterà sia imprese che vogliano dare un impatto economico e sociale positivo sul territorio, rispettando un’etica comune.
“I 58 coworking nati in questi ultimi anni dimostrano che la via scelta dal Comune per offrire nuovi strumenti in un mercato del lavoro in trasformazione – ha spiegato l’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive, Commercio, Moda e Design Cristina Tajani del Comune di Milano che inaugura lo spazio - ha trovato apprezzamento, soprattutto tra i lavoratori e professionisti tra i 30 e i 45 anni, maggiormente soggetti all’evoluzione del mercato che chiede sempre più flessibilità, competenza, scambio e condivisione dei saperi".
Il coworking, spiega l'assessore, " offre non solo luoghi fisici di condivisione del lavoro, ma anche un sistema di idee aperto per favorire lo sviluppo di progetti imprenditoriali innovativi che spesso mattono al centro il miglioramento sociale dei luoghi in cui sono inseriti”.