Anthropocene: così appare la Terra trasformata a nostra immagine
Bologna: una mostra in anteprima europea racconta gli effetti delle attività umane sul Pianeta. È un viaggio che segue le tracce ormai indelebili del nostro passaggio sulla Terra, tanto profonde da caratterizzare un'era geologica.
Un bacino di decantazione di residui di fosforo vicino a Lakeland, in Florida. Il fosforo (phosphorus: P sulla Tavola Periodica degli Elementi), scoperto poco più di tre secoli fa, fondamentale per tutte le forme di vita e largamente usato (indispensabile) per la produzione di fertilizzanti per l'agricoltura industriale, è sempre più scarso.
Edward Burtynsky, courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas Metivier Gallery, Toronto
Dal punto di vista geologico la definizione di antropocenenon è universalmente accettata, ma i cambiamenti inferti dalle attività umane sull'ambiente sono sotto gli occhi di tutti: l'Homo sapiens è l'elemento che più di ogni altro condiziona gli ecosistemi, di cui sfrutta le risorse come se fossero inesauribili, perseguendo obiettivi di "progresso" con scelte spesso miopi e di breve respiro.
Attorno a questo tema si articola la mostra Anthropocene, un'esplorazione multimediale dell'impronta umana sulla Terra allestita - in anteprima europea - alla Fondazione MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) di Bologna. L'idea è quella di documentare, attraverso diversi mezzi espressivi (fotografie di grande formato, murales, video e installazioni in realtà aumentata) la trasformazione imposta al Pianeta, solcato dai segni di deforestazione, estrazione mineraria, urbanizzazione, industrializzazione, agricoltura intensiva, inquinamento, opere idriche estreme.
Il progetto è frutto della collaborazione tra il fotografo canadese Edward Burtynsky, che lavora sul tema della distruzione ambientale operata dall'uomo, i registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier e il gruppo internazionale di scienziati Anthropocene Working Group, impegnati a raccogliere le tracce del passaggio dall'Olocene (un'era geologica iniziata 11.700, con la fine dell'ultima era glaciale) all'era attuale, caratterizzata da rapidi cambiamenti imposti ai processi naturali del nostro Pianeta.
La mostra - gratuita - è aperta fino al 22 settembre 2019. Qui sotto, la nostra selezione di immagini dall'esposizione.
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Settant’anni fa agli italiani arrivò un regalo inaspettato: la televisione. Quell’apparecchio – che pochi potevano comprare e quindi si vedeva tutti insieme – portò con sè altri doni: una lingua in comune, l’intrattenimento garantito, le informazioni da tutto il mondo. Una vera rivoluzione culturale e sociale di cui la Rai fu indiscussa protagonista. E ancora: i primi passi della Nato; i gemelli nel mito e nella società; la vita travagliata, e la morte misteriosa, di Andrea Palladio; quando, come e perché è nato il razzismo; la routine di bellezza delle antiche romane.
I gemelli digitali della Terra serviranno a simularne il futuro indicando gli interventi più adatti per prevenirne i rischi ambientali. E ancora, le due facce dell’aggressività nella storia dell’evoluzione umana; com’è la vita di una persona che soffre di balbuzie; tutti gli strumenti che usiamo per ascoltare le invisibili onde gravitazionali che vengono dall’alba dell’universo; le pillole intelligenti" che dispensano farmaci e monitorano la salute del corpo.