Roma, 22 set. - (AdnKronos) - Un aumento di 3 gradi centigradi in 50 anni. Un riscaldamento che è costato caro all'Antartide: l’87% dei suoi ghiacciai si sono ritirati e ben 9 piattaforme di ghiaccio hanno subito un significativo collasso. A pagare le conseguenze del cambiamento climatico sono anche l'Artide e i ghiacciai alpini come Himalaya, Alpi, Patagonia e Alaska: il 40% del pianeta è coperto da ghiacci e manti nevosi. Superfici che stanno rapidamente diminuendo, come segnala il report ‘Ghiaccio bollente’ del Wwf.
Nelle zone polari il fenomeno, dove l’aumento della temperatura media è il doppio di quella registrata nel resto del globo, il fenomeno è particolarmente forte. Il tasso di decrescita dell’estensione della superficie ghiacciata marina nell’Artico, secondo il quinto rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, è tra il 3,5 e il 4,1% ogni decennio.
La massima estensione raggiunta nel marzo 2015 è stata di 14.280 milioni di km quadrati, la più bassa delle estensioni invernali mai registrate dalle rilevazioni satellitari. Gli esperti prevedono che prima della metà del secolo il mare Artico sarà praticamente privo di ghiacci nei mesi estivi.
I ghiacciai cosiddetti ‘alpini’ (Alpi e Himalaya, Patagonia, Alaska, Caucaso e Urali, Kilimangiaro e Ruwenzori in Africa) vedono una riduzione fino al 75%, in particolare quelli sotto ai 3mila metri. Sulle Alpi si è perso il 40% dei ghiacci dal 1962 a oggi.
I ghiacciai sono fondamentali per agricoltura e industria. Due miliardi di persone soffriranno per la scarsità di acqua dovuta alla perdita dei ghiacci alpini asiatici: sette grandi fiumi sono infatti alimentati dai ghiacciai himalayani tra cui Brahmaputra, Gange, Indo, Mekong.
Lo scenario peggiore per l’Ipcc al 2100 prevede un innalzamento del livello dei mari da 52 a 98 centimetri. Il fenomeno avrebbe ripercussioni sulla società umana: il 60% della popolazione si trova concentrato sulle zone costiere del mondo entro i 100 km dalla costa.
L'innalzamento del livello del mare minaccia i 360 milioni di abitanti delle grandi metropoli costiere. Alcune grandi città rischiano di essere sommerse, tra cui Miami, New York, Shangai, Bangkok, Mumbai, Londra, Amsterdam, Alessandria d'Egitto. Alcune isole del Pacifico sono destinate a scomparire per sempre.
Le Maldive, nell’Oceano Indiano, potrebbero essere inondate entro 30 anni: tre isole dell’arcipelago (su un totale di 280 isole inabitate) sono state evacuate. La nuova capitale, Hulhumale, è stata costruita su una barriera artificiale: quando sarà completata nel 2020 sarà il rifugio per circa metà della popolazione attuale, 340mila abitanti.
Il ghiaccio è importante anche per la sopravvivenza di alcune specie animali, dalle balene agli orsi polari. Nelle aree fredde del pianeta vivono oltre 21mila specie di animali, piante e funghi.
La banchisa artica in riduzione spinge i grandi carnivori come gli orsi polari ad avvicinarsi ai centri abitati in cerca di cibo. Senza ghiaccio nel 2050 i due terzi degli orsi polari potrebbero scomparire. In Antartide è a rischio il 75% della popolazione di pinguino di Adelia. Minacciati anche tricheco, pernice bianca, viscaccia.
“Lo scioglimento dei ghiacci della Terra riguarda animali cui siamo molto affezionati, ma riguarda molto vicino anche gli esseri umani: la lettura del quadro d’insieme è impressionante – dichiara il Wwf - il 2015 è un anno cruciale per le decisioni che la comunità internazionale dovrà prendere, a partire dal summit delle Nazioni unite per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile per i prossimi 15 anni (New York 25-27 settembre) e la Cop21 di Parigi sul cambiamento climatico".
"Uscire dai combustibili fossili, a partire dal carbone è la condizione per cercare di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C e scongiurare gli scenari più catastrofici - continua il Wwf - Oggi possiamo agire, oggi dobbiamo agire: abbiamo le alternative ai combustibili fossili pronte, sono fonti rinnovabili e pulite: possiamo farcela e offrire a tutti nuove opportunità”.