di Alessia Vicinanza
Anche Microsoft, dopo gli annunci dei rivali Facebook e Google, si dichiara finalmente pronta a diventare “carbon neutral”, o meglio a ridurre al minimo il proprio impatto ambientale, soprattutto per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica. Almeno all’apparenza.
"Speriamo che la nostra decisione incoraggi anche le aziende medio-piccole a seguire il nostro esempio"
Cambio di rotta
business unit
L’obiettivo è quindi di incentivare l’uso di energie alternative
Chief Operating Officer
in post sul loro blog ufficiale
Greenpeace dubbiosa - L’associazione ambientalista Greenpeace, però, ha qualche dubbio a riguardo. Se da un lato si complimenta per il passo avanti compiuto dall’azienda di Bill Gates, dall’altro ha qualcosa da ridire sui metodi scelti. Il problema è nei “dettagli” del programma. Microsoft, in sostanza, non ha abbandonato l’idea di costruire nuovi centri per l’elaborazione dati alimentati a energia ben poco “green” (come il carbone) in Virginia e Wyoming, per poi riparare e nascondere il fattaccio attraverso il pagamento di nuovi incentivi per l’utilizzo delle rinnovabili. Greenpeace ritiene, in pratica, che si tratti più di (giri di) parole che di fatti. E invita l’azienda di Redmond a scegliere fonti verdi anche per la realizzazione dei nuovi data center. E in effetti così avrebbe più senso.
Tempi stretti - Microsoft afferma di voler diventare “carbon neutral” già a partire dal primo luglio di quest’anno. Seriamo che mantenga la promessa, se non altro per tenere testa a Facebook e Google, che si sono già attivate da tempo. Non che Microsoft abbia in effetti molte possibilità: il futuro è inevitabilmente “green”, sostenibile. Le ipotesi di andare avanti a lungo senza fare niente non stanno più in piedi. Le cose vanno cambiate, e anche in fretta. (sp)