Roma, 24 ott. - (AdnKronos) - “Non vogliamo essere la pattumiera del Salento. Siamo preoccupati per la nostra salute”. Questo il volantino di denuncia che circola a Galatone, paese salentino in provincia di Lecce, dove i cittadini, preoccupati per le condizioni della loro discarica, da mesi sono in guerra con l'amministrazione comunale. Il fulcro del problema è l'amianto che viene smaltito nel sito. In un anno, infatti, la capacità di contenimento di questo materiale pericoloso è stata aumentata dal 67%.
La discarica in oggetto risale a circa una decina di anni fa, racconta all'Adnkronos, Giuseppe Resta, autore della relazione tecnica che ha accompagnato l'esposto alla procura della Repubblica presentato da un gruppo di cittadini. Dalla relazione, afferma Resta, “emerge che questa discarica per materiali inerti era stata adeguata alla legge regionale che autorizzava una percentuale minima di amianto, ossia del 13%. Saltando alcuni passaggi amministrativi e di controllo, questa legge ha autorizzato l'aumento di questa percentuale, arrivando così all'80%”.
Per ottenere il via libera, Resta racconta che “è stata rilasciata un'autorizzazione di impatto ambientale dove si dice che nel raggio di un km non ci sono coltivazioni, riserve idriche e abitazioni”. Ma pare non sia così e a confermarlo, sottolinea Resta, “è lo stato dei luoghi”.
Secondo Resta, dunque, “si è trattato di una forzatura e adesso nella discarica stanno arrivando anche i rifiuti provenienti da altri territori”. In questi giorni, infatti, “si stanno scaricando delle ecoballe senza certificati”. Rifiutate da Nardò, il comune adiacente, queste ecoballe si sono spostate di pochi metri e “non se ne conosce il contenuto”.
“Il sindaco dice che vigilerà ma in molti, compresi i consiglieri comunali di Nardò, si stanno allarmando” e chiedono le dimissioni del primo cittadino. Il sindaco di Galatone, Livio Nisi però assicura che la situazione è monitorata dagli enti del territorio e annuncia che l'Arpa nel mese di novembre effettuerà un controllo a 360 gradi proprio sull'Aia, ossia l'autorizzazione ambientale.
Proprio in questi giorni, infatti, il sindaco afferma di aver avuto un tavolo tecnico alla Provincia, con il responsabile ambiente, l'Arpa e il comandante della polizia provinciale che, sottolinea il sindaco, “ogni mese effettua le dovute verifiche”.
Secondo Nisi, dunque, dal comune massima trasparenza sull'intera vicenda: “dopo la denuncia abbiamo provveduto a mandare tutti gli atti alla procura. Inoltre, il consiglio comunale si è riunito in sede pubblica e la vicenda è stata oggetto di discussione in diverse commissioni”. “Oggi, dunque, nessuno può affermare di non aver compreso bene la situazione”. Inoltre, sulla documentazione fornita dalla ditta proprietaria dell'impianto, “non risultano irregolarità”.
Infine la questione delle ecoballe. Secondo quanto riferisce il sindaco queste ecoballe (circa 25mila tonnellate) “riguardano scarti inertizzati di rifiuti e sono provviste di certificazioni. Abbiamo comunque allertato i Noe e la polizia provinciale e forestale. Dai controlli è emerso che si tratta di materiali autorizzati allo smaltimento”.
Lo smaltimento “riguarda il 5% del totale”. Da parte dell'amministrazione comunale, conclude il sindaco, “c'è la massima disponibilità a chiarire qualsiasi cosa e a salvaguardare i cittadini”. Intanto però le proteste non si placano e proprio nei prossimi giorni i cittadini stanno organizzando un'esemplare manifestazione di protesta davanti ai cancelli della discarica.