Gli americani sono da anni sotto accusa per i loro eccessivi consumi energetici. Ecco quanto consuma ogni anno una famiglia media negli Stati Uniti e cosa potrebbe fare per ridurre il suo impatto sull’ambiente.
“Il 29% dell’energia usata dagli americani serve per riscaldare casa”
Maiali energetici - Gli americani di ogg, cresciuti con il mito del petrolio a buon prezzo, sono il popolo più sprecone del mondo in fatto di energia. E ricevono infinite critiche perché i loro consumi energetici impattano in maniera consistente sulla qualità dell’ambiente del resto del pianeta e causano altissime emissioni di CO2. Ma la critica all’americano medio viene persino dalle stesse istituzioni statunitensi, come il Dipartimento dell’Energia che dal 2005 ha basato la sua campagna di informazione su un personaggio di animazione chiamato "Energy Hog". Cioè il maiale dell’energia, realizzato in gomma e vestito da motociclista, che è diventato protagonista di numerosi spot pro risparmio energetico.
Energia USA e getta - I consumi degli statunitensi, in effetti, sono molto alti. La bolletta annuale della famiglia media americana, secondo lo stesso governo a stelle strisce, supera i 2.200 dollari. Che potrebbero sembrare anche pochi rispetto ai 2.500 euro degli italiani, se non fosse però che negli Stati Uniti l’energia ha un costo molto basso e in Italia costa tantissimo. Di questi 2.200 dollari quasi un terzo, il 29% per la precisione, va a finire nel riscaldamento delle case. Il 17% nel raffreddamento - gli americani amano l’aria condizionata - il 14% serve a riscaldare l’acqua, il 13% lo divorano gli elettrodomestici, il 12% l’impianto di illuminazione, il 4% gli apparecchi elettronici e il restante 11% si sparge in altre applicazioni.
Risparmiare si può - Il fatto che quasi un terzo dell’energia consumata finisca in calore per riscaldare casa non è poi una notizia così brutta per gli Stati Uniti. Il valore molto alto significa anche che molto si può fare nell’ottica del risparmio energetico. Con una buona coibentazione del tetto e con finestre termiche, per esempio, si risparmiano già diversi punti percentuali nel consumo di energia. Quel 17% usato per il raffreddamento, invece, è tutta una questione culturale: prima dell’invenzione dei condizionatori gli americani vivevano lo stesso. Il 14% che serve per riscaldare l’acqua, infine, potrebbe essere notevolmente ridotto con dei normali pannelli solari termici. Cambiare si può, lo vorranno gli americani? (sp)
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