Ecologia

Allergie e cambiamenti climatici, il collegamento c'è e si chiama 'ambrosia'

Un team di scienziati e ricercatori al lavoro nel progetto europeo Atopia: i cambiamenti climatici previsti in Europa nei prossimi decenni favoriranno il diffondersi di specie invasive come l'ambrosia

Roma, 25 set. - (AdnKronos) - C'è un collegamento tra allergie da polline e cambiamenti climatici su scala locale e globale, tra qualità dell'aria e sfruttamento del suolo. Si chiama Ambrosia artemisiifolia, pianta erbacea annuale originaria del Nord America, comunemente nota come ambrosia. Sono proprio l'evoluzione del clima, lo sfruttamento del suolo e l'inquinamento dell'aria a influenzare la diffusione di questa pianta infestante che a partire dagli anni '40 è arrivata anche in Europa, dove oggi si propaga a ritmo incalzante, e di pari passo aumentano i casi di allergia.

"I cambiamenti climatici previsti nella regione europea per diversi decenni a venire probabilmente favoriranno il diffondersi di specie invasive come l'ambrosia", spiega Michelle Epstein della Medizinische Universität Wien, coordinatrice del progetto europeo Atopica (acronimo che sta per Atopic diseases in changing climate, land use and air quality) che studia proprio il collegamento tra clima e allergie.

E che il collegamento esista è una delle principali conclusioni alla quale si è giunti grazie ad Atopica, che vede impegnato un team composto da esperti da sette Paesi europei: Austria, Francia, Regno Unito, Germania, Belgio, Italia e Croazia. Biologi cellulari e molecolari, immunologi, allergologi, dermatologi, fisici, esperti del clima, della qualità dell'aria e dello sfruttamento del suolo.

"È necessario sviluppare in Europa una maggior consapevolezza delle specie invasive come l'ambrosia, e strategie sostenibili volte a controllarne e ridurne la diffusione al fine di salvaguardare la salute e il benessere dei cittadini europei", aggiunge Epstein.

Su questo sono al lavoro professionalità diverse tra loro, per la prima volta in Europa, in un unico team che ha anche l'obiettivo di fornire conoscenze ed evidenze scientifiche utili ad affrontare le sfide di salute e ambientali imposte all'Europa delle specie aliene invasive. I risultati della loro ricerca saranno presentati a Bruxelles presso il Comitato delle Regioni, il 5 e 6 marzo.

L'occasione sarà il workshop “Pollen is in the air: invasive plants and allergy in our changing environment”, due giorni di dibattito scientifico organizzati nell'ambito del progetto triennale Atopica dedicato all'impatto dei cambiamenti climatici e ambientali sulla diffusione di patologie cosiddette 'atopiche', quali allergia, asma, eczema.

Finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico dell'Unione Europea, Atopica utilizza un approccio interdisciplinare per studiare, come l'evoluzione del clima globale e locale, l'uso del suolo e i cambiamenti nella qualità dell'aria possano influenzare la salute.

Atopica integrato modelli quantitativi fisici e statistici sui cambiamenti climatici e sulla qualità dell'aria con dati clinici ottenuti studiando coorti di bambini e di anziani.

Del progetto fanno parte anche partner italiani: l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, l’International Centre for Theorethical Physics Abdus Salam di Trieste e Promoscience Srl dell’Area Science Park sempre di Trieste. A Bruxelles saranno presentati dati su cambiamenti climatici, qualità dell’aria, sfruttamento del territorio, piante infestanti e sulle allergie da polline.

25 febbraio 2015 ADNKronos
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