Ecologia

Allarme foreste: 170 milioni di ettari a 'rischio estinzione' entro il 2030

Un'area verde paragonabile a un bosco che si estende in tutta la Germania, la Francia, la Spagna e il Portogallo rischia di essere spazzato via in soli 20 anni. L'80% della deforestazione mondiale riguarda 11 aree

Roma, 28 apr. - (AdnKronos) - Undici luoghi in tutto il mondo, di cui 10 nei tropici, che entro il 2030 rappresenteranno oltre l'80% della perdita di foreste a livello globale, e se il trend attuale di deforestazione non si ferma tra il 2010 e il 2030 perderemo fino a 170 milioni di ettari di foreste. I polmoni verdi a rischio? Amazzonia, foresta atlantica e Gran Chaco, Borneo, Cerrado, Choco-Darien, Africa Orientale, Australia orientale, Greater Mekong, Nuova Guinea e Sumatra e il Bacino del Congo.

I dati sono contenuti in un dossier del Wwf dedicato a questi luoghi che contengono la più ricca concentrazione di fauna selvatica al mondo, comprese le specie in via di estinzione, come oranghi e tigri. Aree fondamentali per molte comunità indigene. Per farsi un'idea del danno, "immaginate un bosco che si estende in tutta la Germania, la Francia, la Spagna e il Portogallo spazzato via in soli 20 anni", spiega Isabella Pratesi, direttore programma di Conservazione Internazionale del Wwf Italia.

Il report del Wwf dimostra che oltre 230 milioni di ettari di foresta scompariranno entro il 2050 se non si interviene e che la perdita delle foreste deve essere ridotto quasi a zero entro il 2020 per evitare cambiamenti climatici pericolosi e perdite economiche.

A livello globale, la principale causa di deforestazione è l'agricoltura in espansione, tra cui allevamento commerciale, produzione di olio di palma e di soia, attività agricole che tagliano e bruciano le foreste (“Slash and Burn”). Le attività agricole oggi occupano il 38% della superficie delle terre emerse (tra coltivazioni e zone di pascolo) e costituiscono l’uso più vasto del suolo realizzato dall’intervento umano.

La sfida di alimentare una popolazione in costante crescita (dagli attuali più di 7,2 miliardi ai 9,6 previsti per il 2050) passa, come propone il Wwf nel suo programma per Expo 2015, attraverso un’ecoagricoltura integrata nei processi circolari della natura che elimini gli sprechi alimentari oggi esistenti.

Il rapporto è stato rilasciato in occasione del vertice "Tropical Landscapes Summit: A Global Investment Opportunity", un meeting internazionale di leader politici, imprenditori e della società civile in corso a Giacarta, Indonesia, "occasione per proporre investimenti verdi e istituire partenariati pubblico-privato di trasformazione", afferma il direttore generale del Wwf Internazionale Marco Lambertini.

"L'Indonesia - commenta Lambertini - ha una grande opportunità, la transizione verso una innovativa economia verde che metta in primo piano la prosperità umana e il benessere tanto quanto un ambiente sano. La scelta di mantenere foreste sane e naturali per molteplici scopi e per ottimizzare la produttività del territorio circostante sarà un esempio interessante di questo approccio.

Abbiamo bisogno di una intelligente pianificazione territoriale, che riconosca il valore a lungo termine di paesaggi forestali sani ".

E a proposito di foreste, il Wwf lancia la raccolta fondi a supporto della campagna “Cuore Verde dell’Africa”, dedicata al Parco di Dzanga Sangha nel Bacino del Congo che negli ultimi anni sta rischiando di perdere un incredibile patrimonio di biodiversità e risorse naturali a causa della deforestazione, del bracconaggio, delle illecite attività estrattive e dai recenti conflitti armati.

La Giornata delle Oasi, domenica 24 maggio, sarà preceduta da due settimane di raccolta. Oggi il Bacino del Congo è, purtroppo, uno dei luoghi del Pianeta dove la deforestazione e la distruzione delle risorse hanno raggiunto una pericolosa intensità: ogni anno, infatti, in questa parte dell’Africa si perdono 700 mila ettari di foreste tropicali.

28 aprile 2015 ADNKronos
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